Camera, Gruppioni (Iv) al Mef: 'Riordino gioco, a rischio gettito, Pmi e libera concorrenza'
La deputata di Italia viva interroga il ministro dell’Economia e delle finanze sul riordino del gioco: 'Perché non è stato sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni nel suo complesso?'.
“Ho interrogato il ministro dell’Economia e delle finanze per sapere quali siano le motivazioni per le quali si è deciso di non portare all’attenzione della Conferenza Stato Regioni ed Enti locali la riforma dei giochi nel suo complesso, e di approvare un decreto delegato relativo solo ai giochi online, anche attesa la significativa componente di offerta illegale transnazionale in questo canale distributivo e il maggiore rischio di attrattività di fasce di giocatori di giovane età”.
A prendere posizione in merito al decreto legislativo per il riordino del solo gioco online approvato dal Consiglio dei ministri all'inizio della settimana è Naike Gruppioni, deputata di Italia viva.
“Ho inoltre chiesto quando e in che tempi si intenda approvare il riordino dell’intero settore dei giochi, poiché solo il riordino di tutto il settore dei giochi eviterebbe una disparità di trattamento regolatorio nei confronti delle diverse offerte di gioco e delle diverse aziende operanti nel settore, evitando così la concorrenza sleale tra differenti segmenti del medesimo mercato”, rimarca la deputata.
“Ho infine chiesto se siano state valutate le conseguenze di medio termine per le entrate tributarie dai giochi in concessione, determinabili dal repentino spostamento della spesa nei giochi verso gli stessi servizi offerti online (in forma lecita e non) e soggetti ad aliquote di prelievo sensibilmente inferiori ai giochi commercializzati nei punti vendita fisici. Questa tematica in generale dovrebbe essere attenzionata da tutte le forze politiche poiché le conseguenze di politiche errate in materia di giochi, non solo danneggiano il libero mercato, la concorrenza leale, il consumatore e le piccole e medie imprese, ma come rilevato anche dalle associazioni di categoria del settore, mettono a rischio le fondamentali entrate erariali”.
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