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Camera, scommesse e calcio, si riaccende il dibattito sul Dl Dignità

23 luglio 2024 - 09:43

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco Silvestri, ritiene necessario un intervento del Governo 'affinché tutte le squadre di calcio a qualunque livello rispettino le normative vigenti in materia di pubblicità di giochi e scommesse in denaro.'

Scritto da Dd

Foto di Lesly Juarez (Unsplash)

Una interpellanza a presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell’Economia e delle Finanze e ministro per lo Sport e i Giovani per far rispettare i limiti di pubblicità del gioco imposti dal decreto Dignità.

A presentarla, tornando su un tema già portato alla ribalta la scorsa settimana in occasione dell'approvazione del Dl Scuola, è il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco Silvestri, che riportando il caso di una nota squadra di calcio che ha stretto un accordo di sponsorizzazione con una società che si occupa anche di gioco online, ritiene necessaria una urgente valutazione del Governo sull’effettiva applicazione del contenuto del cosiddetto "decreto Dignità".

Il riferimento di Silvestri è, chiaramente, al contratto (di quattro anni a circa 30 milioni di euro stagionali), stipulato tra la società di calcio Inter e la Betsson Sport, divenuto così il nuovo official main partner della squadra campione d’Italia.

Ricorda Silvestri che "la Betsson Sport è ufficialmente una vetrina multimediale per informazione e intrattenimento sportivo" e cita il commissario dell’Autorità per le garanzie atti parlamentari nelle comunicazioni (Agcom) Massimiliano Capitanio, secondo il quale "il sito è di intrattenimento sportivo, finché resta tale non mi sembra rientri nella fattispecie vietata dal decreto Dignità."

Tuttavia, secondo Silvestri, "in qualità di campione d’Italia, l’Inter, come ogni altra società sportiva, a maggior ragione se professionistica, deve rappresentare un esempio positivo per tutti, soprattutto perché i messaggi di sponsorizzazione hanno un immediato impatto sui tifosi, in particolare sui giovani", mentre "il binomio maglietta/sponsor scommesse rappresenta un messaggio diretto ad incentivare il consumo di gioco e l’apposizione dello sponsor Betsson Sport sulla maglietta dell’Inter non rappresenterebbe una forma consentita di informazione ma piuttosto una pubblicità indiretta che incoraggia il consumo di gioco."

Da qui l'interpellanza del rappresentante M5S, che "ritiene necessaria una urgente valutazione del Governo, considerate queste forme di sponsorizzazione tra società sportive a qualunque livello, circa l’effettiva applicazione del contenuto del cosiddetto decreto Dignità, adottando tutte le misure necessarie per garantire il rispetto del divieto, anche rafforzando la relativa disciplina, in particolare per le pratiche pubblicitarie che, rivolgendosi anche ad un pubblico generalizzato non adulto nonché a soggetti maggiormente vulnerabili, possano incentivare il gioco d’azzardo legalizzato e il fenomeno della ludopatia."

"In ogni caso", continua Silvestri, "si ritiene necessario un intervento affinché tutte le squadre di calcio a qualunque livello rispettino le normative vigenti in materia di pubblicità di giochi e scommesse in denaro, evitando situazioni di palese conflitto e si facciano portatrici di un messaggio contro la diffusione del gioco: quali iniziative di competenza si intendano adottare per rendere effettivo il divieto di pubblicità del gioco e delle scommesse e per salvaguardare i cittadini dai rischi collegati in particolare al consumo di gioco d’azzardo legalizzato."

 

Sullo stesso tema Silvestri, giorni fa, oltre a proporre un ordine del giorno specifico al Dl Scuola, aveva scritto al direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, il quale ha risposto ricordando che dopo l'introduzione del decreto Dignità (operativo dal 2019) il volume delle giocate in Italia è notevolmente cresciuto, in particolare, stando ai dati dell'Agenzia dogane e monopoli, sui siti illegali (se il mercato del gioco illegale è stimato in 25 miliardi di euro l'anno, almeno 18 sono legati al gioco illegale online).

Scrive, Zazzaroni, che "secondo un’indagine epidemiologica realizzata dall’Istituto superiore di Sanità, soltanto il 19,3 percento di chi gioca è influenzato dalla pubblicità. La massa degli scommettitori, 80,7 percento, risulta incurante delle sollecitazioni esterne." 

E molti dubbi restano anche sul capitolo ludopatia, che secondo Zazzaroni "non si combatte, purtroppo, vietando spot, scritte sulle maglie o pagine di giornale: i fatti lo confermano."

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