Camera, lavoro sportivo: anche gli esports nell'indagine delle commissioni Lavoro e Cultura
Si parla anche del riconoscimento della figura del videogiocatore nella relazione sull'approfondimento svolto dalle commissioni Lavoro e Cultura della Camera.
Ci sono anche gli esports, intesi come attività sportiva e lavorativa, all'interno dell'indagine redatta dalle commissioni riunite della Camera, competenti per le materie di Cultura, scienza e istruzione, e di Lavoro pubblico e privato.
Le commissioni hanno deliberato lo scorso 31 gennaio lo svolgimento di un’indagine conoscitiva sulle tematiche afferenti al lavoro sportivo, per acquisire elementi di conoscenza più approfonditi sullo stato del comparto, "anche a seguito dell’emergenza pandemica che lo ha fortemente penalizzato", come si legge nell'introduzione, "nonché di verificare l’impatto su tale settore delle nuove norme introdotte dal decreto legislativo n. 36 del 2021, attuativo dell’articolo 5 della legge n. 89 del 2019", al quale ha poi fatto seguito un decreto correttivo.
Come si legge nell'introduzione del documento le commissioni hanno svolto 8 sedute di audizioni nell’ambito delle quali sono intervenuti anche il ministro per
lo sport e i giovani, Andrea Abodi, il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, il presidente e amministratore delegato di Sport e salute s.p.a., Vito Cozzoli e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, oltre a numerosi rappresentanti di associazioni e federazioni sportive, alcune delle quali hanno inviato invece memorie scritte.
Ne è scaturito un documento di 35 pagine, intitolato "Indagine conoscitiva sulle tematiche afferenti al lavoro sportivo", all'interno del quale, dopo una breve ricostruzione del contesto normativo, vengono formulate alcune proposte di possibili interventi relativi ai punti di criticità riscontrati.
Una delle audizioni ha portato all'attenzione della politica la situazione della scena esportiva italian. Luigi Caputo, amministratore delegato dell’Osservatorio italiano esports, parlando dei tantissimi ragazzi che si avvicinano alla carriera del videogiocatore professionista, ha fatto notare che tale tipologia di lavoro oggi non è riconosciuta, così come non viene riconosciuta la figura del pro player. Ha rilevato, dunque, che il riconoscimento della figura del videogiocatore all’interno dell’attività sportiva potrebbe portare tantissimi benefici a tale settore, assicurando contratti certi per questi ragazzi e una tutela dei minori.
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