“Dall’introduzione di ulteriori incrementi del Preu sulle Awp e Vlt, nonché di altre misure di prelievo a vario titolo, come previsto dall’iter di bilancio in corso, si prevedono gravi rischi per il comparto del gioco pubblico. Le tre principali conseguenze del dettato normativo sono: la tenuta delle aziende del settore ed il conseguente rischio occupazionale; la riduzione del gettito erariale e l’incremento del gioco illegale".
È quanto ha scritto
Acadi (associazione concessionari di giochi pubblici), presieduta da
Geronimo Cardia, in una lettera indirizzata al Governo.
"Dall’inizio delle concessioni - spiega il presidente Cardia - sono intervenuti otto aumenti del prelievo, non previsti in fase di affidamento, fatto evidentemente illegittimo poiché iniquo. In particolare, nei soli 15 mesi passati il comparto apparecchi e la sua filiera sono stati oggetto di un triplo aumento del prelievo. Tali interventi fiscali hanno radicalmente modificato le condizioni delle concessioni assegnate con gare pubbliche".
"Con gli ulteriori inasprimenti della tassazione, si arriva ad un prelievo sui ricavi del 75 percento per le Awp e del 62 percento per le Vlt. Si rammenta poi che i concessionari hanno già versato oltre 900 milioni a inizio affidamento.
A legislazione vigente, la tassazione sugli apparecchi già genera un gettito complessivo di 6,7 miliardi di euro, dei quali 4,8 dalle Awp e 1,9 dalle Vlt.
Si ricordi che nel maggio 2018 - continua Cardia - il Rapporto dell'Ufficio parlamentare di bilancio 'Focus tematico n. 6 - La fiscalità nel settore dei giochi', formulato addirittura prima dei tre ulteriori aumenti del prelievo, denunciava che 'Gli aumenti delle aliquote a fronte di una domanda di giochi che mostra generalmente una elevata elasticità al prezzo e, soprattutto, la riduzione dei punti di vendita potrebbero comportare una significativa flessione della raccolta complessiva, indebolendo la stabilità economica della filiera e causando una riduzione delle entrate erariali. La corrente sostenibilità economica del comparto deriva da investimenti passati, intrapresi sulla base di condizioni fiscali diverse'.
Questo è il riconoscimento alla lealtà del comparto del gioco lecito - afferma ancora il presidente Cardia - che ha garantito, negli anni, il raggiungimento del pareggio di bilancio, in un contesto incredibilmente sfavorevole dovuto alla proliferazione di normative locali espulsive e reputazionalmente negative (mai impugnate dal Governo).
In questo stato di cose, i concessionari del gioco lecito appartenenti a questa associazione, saranno costretti all’apertura di procedure di mobilità che interesseranno varie centinaia di lavoratori; a tutelare, nelle sedi deputate, gli interessi delle aziende e il rispetto dei contratti di concessione sottoscritti. Tale condizione, oltre a rischiare di non garantire più il gettito, coinvolgerà inesorabilmente migliaia di aziende e di lavoratori della filiera del comparto, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà.
Alla luce delle suddette considerazioni, si rende necessario un incontro urgente con il Governo.
I concessionari aderenti ad Acadi (attualmente Admiral Gaming Network S.r.l., Cirsa Italia S.p.A., Gamenet S.p.A., Hbg Connex S.p.A., Lottomatica Videolot Rete S.p.A., Nts Network S.p.A. e Snaitech S.p.A.) rappresentano oltre il 70 percento del sistema di controllo del gioco regolamentato in Italia, generando e versando oltre 7 dei circa 10 miliardi di euro all’anno di gettito erariale, riveniente dalla spesa degli utenti con il gioco pubblico pari a circa 18,5 miliardi di euro all’anno”.