Freni (Mef): 'Riordino gioco fisico, necessari almeno sei mesi'
Nella seduta della commissione Finanze del Senato che ieri, 28 febbraio, ha dato parere favorevole schema di decreto per il riordino del gioco, si segnalano i 'chiarimenti' del sottosegretario Federico Freni (Mef).
“Le gare per il gioco online sono scadute da tempo e che l’Italia è a rischio di procedura di infrazione europea”, quindi “il Governo ha scelto di dividere il riordino dei giochi pubblici in due schemi di decreto per aspetti meramente economici, in quanto, con il riordino dei giochi online, si sarebbero intanto potute bandire le relative gare su quotazioni dal valore attuale, quindi più alto rispetto al passato. Al contrario, quanto al gioco fisico, il riordino potrebbe richiedere almeno sei mesi, tenuto conto anche dalla necessaria intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni e Province autonome, quindi il relativo schema di decreto è stato pensato per un secondo momento”.
A fornire questo chiarimento è il sottosegretario all'Economia Federico Freni, nella seduta della commissione Finanze del Senato che ieri, 28 febbraio, ha espresso un parere favorevole – con condizioni - al Governo sullo schema di decreto che dà attuazione alla delega fiscale in materia di riforma del gioco online.
Le parole di Freni arrivano in risposta ad alcune considerazioni svolte dai Gruppi di opposizione nel presentare i rispettivi pareri quanto alla scelta di riordinare il settore dei giochi con due distinti provvedimenti.
Il sottosegretario inoltre segnala che “la scadenza della concessione per il gratta e vinci è prevista per il 2028, quindi “la formulazione 'senza indugio' presente nel testo è da intendersi rispetto alla scadenza naturale della concessione e non rispetto alla data di entrata in vigore dello schema in esame”.
IL DIBATTITO – La seduta della commissione Finanze del Senato di ieri ha visto diversi interventi, sia da parte dei senatori d'opposizione sia di quelli di minoranza, prima dell'intervento del sottosegretario Freni.
Secondo quanto si legge nel resoconto pubblicato sul sito istituzionale la senatrice Cristiana Tajani (Pd-Idp) ha presentato e illustrato una proposta di parere contrario, ritenendo che lo “schema di decreto in esame, limitandosi a misure di natura fiscale, trascuri completamente le questioni della salute pubblica e delle patologie connesse al gioco d’azzardo, nonché il ruolo del ministero della Salute”. Rimarcando come appaia, a suo parere, “poco comprensibile anche la scelta di scomporre in due provvedimenti la disciplina dei giochi pubblici, anticipando quello legato ai giochi online e rinviando quello sul gioco fisico – a testimonianza di una gestione confusa della materia e della volontà di sfuggire a una intesa con gli enti territoriali –, quando una visione unitaria avrebbe giovato anche all’esame del Parlamento. Contesta che nel complesso gli aspetti socio-sanitari siano indeboliti a vantaggio dell’aumento del gettito per l’Erario, che si prefiguri un ritorno della pubblicità per i giochi d’azzardo, che si preveda di innalzare da 100 a 200 euro il limite settimanale delle ricariche effettuabili dagli esercenti l’attività di punto vendita ricariche e che si sopprima, di fatto, l’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave”.
Anche il senatore Mario Turco (M5S) ha presentato e illustrato una proposta di parere contrario, sottolineando “l’inopportunità di disciplinare il gioco pubblico con due distinti provvedimenti, impedendo una visione complessiva della materia, così come l’inadeguatezza delle misure in materia di tracciabilità dei flussi finanziari, con il rischio di fenomeni di riciclaggio. Inoltre, il provvedimento non garantisce una piena tutela della salute delle persone, agevola oltremodo l’accesso al gioco online, legittima l’utilizzo della pubblicità del gioco, affida la cura e l’assistenza del giocatore patologico a un servizio di call center e demanda allo stesso giocatore il compito di limitare la durata del gioco”. In conclusione Turco ha espresso “perplessità sulla istituzione della Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi in Italia, la cui attività potrebbe sovrapporsi a quella dell’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave”.
Per entrambi i pareri contrari presentati poi è stata preclusa la votazione.
GLI ERRORI DI FORMULAZIONE DA CORREGGERE – Nella seduta di ieri inoltre è stato passato in rassegna il testo dello schema di decreto. Il presidente della commissione, Massimo Garavaglia (Lega), ha chiesto al relatore Fausto Orsomarso (FdI) di rendere più esplicita l’osservazione n° 5, che appare poco comprensibile. In risposta, lui ha specificato che “l’osservazione va intesa nel senso di correggere un errore della formulazione dell’articolo 6, comma 6, lettera n), sostituendo la parola: 'compenso', con l’altra: 'margine', anche per evitare il rischio di un contenzioso con il concessionario”.
Garavaglia quindi ha evidenziato la “rilevante differenza tra 'compenso netto' e 'margine netto'” e chiarito che la proposta renderebbe “necessaria una rivisitazione di tutte le simulazioni economico-finanziarie a corredo dell’Atto e comunque una rivalutazione della disposizione”, chiedendo quindi al relatore di “sopprimere tale osservazione” e suggerendo poi di “inserirne un’altra relativa alla rapida emanazione da parte del Governo di uno schema di decreto legislativo sulla riforma della rete fisica di raccolta”.
La senatrice Tajani ha chiesto di prevedere un’osservazione relativa alla limitazione del gioco in alcune fasce orarie, ricordando che tale questione era già emersa.
Il relatore Orsomarso ha accettato entrambe le proposte del presidente della commissione – pur con alcune perplessità quanto alla soppressione della osservazione n. 5 –, così come quelle della senatrice Tajani, e ha preso atto del chiarimento del sottosegretario Freni presentando un nuovo schema di parere favorevole, con condizioni e osservazioni, consultabile in allegato a questo articolo.
Dopo un’ulteriore replica di Garavaglia, Orsomarso ha specificato che le proprie perplessità “derivano dall’esigenza di evitare futuri contenziosi, che non appaiono scongiurati dall’attuale riferimento al margine netto cui riferire la percentuale del 3 per cento”.
In allegato il testo del parere approvato dalla commissione Finanze del Senato sul riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza.
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