“Noi abbiamo appena approvato la Nadef, stiamo scrivendo la legge di Bilancio, ovviamente i margini di manovra sono limitati anche a causa dell'eredità che si raccoglie da una politica il cui orizzonte è troppo breve e quindi a volte ha preferito diciamo le scelte più facili a quelle più ragionate”.
Così, la premier Giorgia Meloni è tornata a parlare della legge di Bilancio per il 2024, che dovrà essere presentata in Parlamento il 20 ottobre, per poi essere approvata definitivamente entro il 31 dicembre.
L'occasione è stata offerta dalla sua partecipazione a "L'Italia delle Regioni", il festival nazionale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, tenutosi a Torino fino a ieri, 3 ottobre.
Nel suo intervento la presidente del Consiglio, lungi dal parlare dei contenuti della Manovra – che anche il mondo del gioco pubblico attende di conoscere, in primis per le “voci” ancora ufficiose che lo chiamano in causa per il reperimento di parte delle coperture, – ha fatto più volte riferimento al tema dell'autonomia differenziata, “strategica, tema il Governo ha posto fin dal suo insediamento, sia a livello nazionale che nei contesti e nei consessi internazionali”.
E tema che il settore del gioco ha ben presente, in virtù della “questione territoriale” che ne condiziona lo sviluppo ormai da qualche anno, con il proliferare di leggi regionali e regolamenti locali per il contrasto alla ludopatia, emanati in virtù della potestà per la tutela della salute, di sicurezza e ordine pubblico.
Meloni quindi precisa: “Io sarò molto chiara su questo punto. L'autonomia differenziata proseguirà senza stop. Questo Governo ha fatto in pochi mesi molto più di quello che era stato fatto in passato, ha approvato la legge quadro per fissare le regole, ha stabilito l’iter per arrivare alla fissazione dei livelli essenziali delle prestazioni, la garanzia per rendere effettivo il godimento delle prestazioni inerenti ai diritti sociali in ogni parte d'Italia.
Penso che l'autonomia, a differenza di quello che da molte parti si dice, sia in realtà l'occasione per costruire un'Italia più unita, più coesa, più forte, un'Italia che sia capace di viaggiare a una sola velocità nella quale venga garantito a tutti i cittadini lo stesso livello di servizi.
Il nostro obiettivo è attuare così il principio della sussidiarietà che è sancito dalla Costituzione, dando più poteri alle Regioni che avranno dimostrato di saper gestire in modo virtuoso le risorse attribuite, garantendo sempre la piena coesione nazionale e la tutela di ogni parte d'Italia e di ogni cittadino.
Quello che abbiamo avanti, parallelamente, sarà anche l'anno delle riforme, con cui intendiamo cambiare l'architettura istituzionale di questa Nazione, con una norma che consenta agli italiani di decidere da chi farsi governare, che impedisca i ribaltoni, che impedisca i giochi di palazzo, che assicuri stabilità ai governi. E nessuno più di un presidente di Regione che quando viene eletto riesce agevolmente a governare cinque anni, a disegnare la sua strategia e a non dover vedere quella strategia smontata e rimontata in capo a un anno e mezzo, con risultati che sono drammatici sul piano economico, come invece è accaduto per questa Nazione.
Perché quando il proprio orizzonte è troppo breve, quando il proprio orizzonte medio è un anno e mezzo, è normale che si tenda a privilegiare la spesa pubblica e gli investimenti, è normale che si tenda a privilegiare quello che torna subito in termini di consenso, anche se non è la cosa più importante da fare sul piano della strategia, è normale che quella strategia non si riesca a fare”.
Parole con cui la premier ha risposto all'intervento di Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, che ha posto l'accento sulla collaborazione, in primis fra i presidenti di Regioni e Province autonome ma anche con il Governo, “anche in vista delle difficili sfide che dovrà affrontare nei prossimi mesi a partire dalla prossima legge di bilancio 2024”, proponendo “un metodo di lavoro caratterizzato dalla individuazione condivisa degli interventi necessari e prioritari di competenza regionale”.
Per poi ribadire quanto la manifestazione tenutasi a Torino sia “un’occasione preziosa di ascolto e di confronto attraverso il quale il sistema delle Regioni intende portare il proprio contributo per accompagnare le grandi trasformazioni del Paese” e “un’occasione per dare concretamente attuazione ai principi di leale collaborazione radicati nel nostro ordinamento quale regola aurea del dialogo fra i livelli di governo”, ad esempio nella realizzazione delle infrastrutture “che non può prescindere da un’adeguata e continua collaborazione tra Stato ed Enti territoriali giacché esse influenzano la produttività dell'intero sistema economico, le scelte di localizzazione delle imprese sul territorio, la vita sociale dei cittadini”.
Per Fedriga poi “centrale, resta la questione – trasversale - degli investimenti, soprattutto alla luce dell’attuale scenario economico, che nonostante presenti segnali di ripresa, resta caratterizzato da una domanda mondiale in calo, da elevata incertezza e condizioni finanziarie meno favorevoli per famiglie e imprese.
Abbiamo la piena consapevolezza che queste proposte non potranno trovare completa ed esaustiva risposta in pochi mesi, ma è necessario iniziare un percorso che guarda ai prossimi anni. Un modello che superi una prassi, che spesso si è utilizzata nel nostro Paese, ovvero una programmazione di corto respiro utile nell’immediato ma non in grado di costruire una prospettiva. Per questo dobbiamo tutti renderci conto che le risorse a disposizione sono limitate e per questo è necessario programmare e iniziare la via che ci porti agli obiettivi prefissati, senza che nessuno strumentalmente possa chiedere tutto e subito, ma lavorare ad un impegno reciproco che dia, anche in tempi più lunghi, le necessarie garanzie”.
Il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome quindi conclude il suo intervento con una promessa: “Noi siamo pronti a fare la nostra parte con senso di responsabilità istituzionale accanto al Governo in un dialogo costante e costruttivo che definisca una progettualità a lungo termine anche di tipo finanziario.
Progettualità che dovrà garantire il rilancio economico e culturale del nostro Paese per consegnarlo, migliorato, alle giovani generazioni.
Abbiamo di fronte sfide ed obiettivi ambiziosi che richiedono impegno e responsabilità a tutti i livelli istituzionali.
Riteniamo importante considerare il valore dell’autonomia e il contributo delle migliori esperienze che i nostri territori possono già vantare.
Sia certo, signor presidente, che il Governo avrà da parte delle Regioni la più ampia collaborazione per mettere in campo tutte le misure e le azioni dirette allo sviluppo e all’ammodernamento del Paese”.
Una promessa che si spera verrà mantenuta anche quando si metterà mano al riordino del gioco pubblico, visto che l'articolo 15 della legge delega per la riforma fiscale prevede la "disciplina di adeguate forme di concertazione tra lo Stato, le regioni e gli enti locali in ordine alla pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco".