La questione territoriale legata alle normative “locali” per il contrasto al gioco patologico è tutt'altro che sopita.
Lo dimostrano, ad esempio, le attività dei tribunali amministrativi – alle prese in questi ultimi mesi con tanti contenziosi inerenti i distanziometri in vigore nelle province di Bolzano e Trento, e in quelle dell'Emilia Romagna – e quelle di alcuni consigli regionali, dove si torna a parlare di modifica delle normative in materia.
Non solo nelle Marche, con la proposta promossa dalla Giunta per un ritocco della legge del 2017 ma anche in Piemonte dove, a pochi giorni dal via libera del Consiglio dei ministri alla legge annuale di riordino dell’ordinamento regionale, comprensiva di alcune norme sul gioco, si parla ancora di modifiche.
Nella giornata di ieri, 9 maggio, Libera Piemonte, Acli, Arci, Gruppo Abele, sindacati e associazioni hanno infatti convocato una conferenza stampa ad hoc sotto la sede del consiglio regionale, con lo scopo di sollecitare l'esame della proposta di iniziativa popolare presentata il 16 settembre scorso, forte del supporto di 12mila firme e delle deliberazioni di 21 Comuni, che chiede il superamento della legge regionale 19 del 15 luglio 2021, che a sua volta ha sostituito la legge 9 del 2 maggio 2016 varata dalla Giunta Chiamparino.
I tempi per la calendarizzazione in Aula infatti sono scaduti, ma dopo la conferenza stampa e le proteste il presidente del Consiglio ha assunto l’impegno di parlarne nella prossima riunione dei capigruppo che valuterà la calendarizzazione dei lavori affinché la proposta di legge sia esaminata nelle commissioni competenti.
C'è da scommettere che lo scontro fra minoranza e maggioranza a tal proposito non si esaurisca grazie a questa promessa.
Per rendersene conto basta leggere le dichiarazioni fatte da alcuni dei suoi esponenti.
Cominciamo dalle parole di Andrea Tronzano, assessore alle Attività produttive della Regione Piemonte, che risponde anche a chi accusa l'Esecutivo di aver fatto crescere il numero di apparecchi installati: "La legge del centrosinistra rischiava di favorire il gioco illegale e sommerso e aveva anche creato una disparità nell’ambito del gioco legale. L’obiettivo della normativa era correggere queste anomalie, dando certezze alle imprese che avevano investito, pur intervenendo in modo serio nel contrasto alle ludopatie e nella prevenzione che deve essere la parola chiave. Come si può osservare infine non è tornato il far west e non tornerà visto che il periodo per le reinstallazioni è scaduto il 31 dicembre 2021.
A marzo la Regione ha lanciato una campagna di contrasto al gioco d’azzardo patologico, finanziata con 600 mila euro, che prevede la realizzazione di materiale informativo, un sito internet e una linea telefonica dedicata, incontri nei Comuni e con le associazioni di tutela dei consumatori, attività di informazione e prevenzione nelle scuole”.
Tronzano quindi auspica “un intervento definitivo dello Stato in modo da omogeneizzare la normativa su tutto il territorio nazionale”, intervento inserito nel disegno di legge delega per la riforma fiscale in discussione in Parlamento, sul quale proprio ieri sono stati auditi i rappresentanti di alcune delle principali associazioni del settore.
Restando nell'ambito della maggioranza, il consigliere leghista Claudio Leone dichiara lapidario: “Al momento non abbiamo intenzione di intervenire sulla legge regionale”.
Sempre nelle file della Lega, Andrea Cerutti evidenzia: “Da parte mia, del Gruppo e della maggioranza ascoltiamo sempre i cittadini piemontesi che in maniera pacifica vogliono palesare una loro idea, una loro contrarietà ad un provvedimento. Come ha detto anche l'ufficio di presidenza la proposta di legge verrà incardinata sicuramente, ciò vuol dire che noi la valuteremo. Ho letto alcuni punti, e sicuramente tale proposta è un tornare indietro, in quanto chiede l'abrogazione della legge n° 19 del 2021 e questo per noi è impensabile. Il nostro provvedimento ha dato l'opportunità di salvaguardare almeno 2mila posti di lavoro in regione Piemonte, numero che vale cinque volte gli operai dell'Embraco (stabilimento torinese chiuso dopo 4 anni di contenzioso, promesse e piani di reindustralizzazioni mai andati in porto, più volte al centro delle cronache e della ribalta politica, Ndr). Visto che noi crediamo nel lavoro, crediamo che questa Regione debba basarsi sul lavoro e non sulla cassa integrazione o sul reddito di cittadinanza, vogliamo continuare. I dati che loro riportano di un aumento del 10 percento degli apparecchi da gioco installati sul territorio regionale sinceramente sono legati solo allo stand by del settore nell'anno precedente per via della pandemia di Covid-19. Il gioco è aumentato solo per questo. Rimane il fatto che gli italiani oggi giocano soprattutto online, i numeri dell'online stanno aumentando e andare ad accanirsi contro i noleggiatori rimane una bandierina politica e noi del centrodestra abbiamo voluto ancora una volta rimarcare il fatto che le leggi retroattive non ci piacciono e le leggi che vanno ad ostacolare il lavoro non fanno parte della nostra cultura, e quindi sicuramente questa la legge n° 19 del 2021 non verrà modificata”.
Altrettanto netti nelle loro esternazioni gli esponenti della minoranza, a cominciare dai consiglieri del Partito democratico Domenico Rossi e Diego Sarno. “La nuova norma sul gioco d’azzardo, che ha cancellato la legge 9/2016, ha provocato l’aumento della spesa pro capite e della diffusione delle macchinette sul territorio, lo attestano studi promossi dalla stessa Regione con il Cnr. È stata una scelta scellerata che determina un costo sociale che pagano soprattutto le famiglie più fragili”.
Sarno specifica: “Il presidente Cirio non perde l’occasione per sottolineare come cerchi sempre di valorizzare le amministrazioni locali e i piemontesi, allora lo faccia davvero considerando le 12mila firme e i 21 consigli comunali che rappresentano un segnale importante da parte di amministrazioni e cittadini che chiedono di essere ascoltati. È scaduto da un mese il tempo per la discussione della legge dopo la consegna delle firme e non rileviamo alcun segnale.
Nel corso della seduta, ho chiesto di incardinare le proposte di legge regionale sul gioco e sulla doppia preferenza e anche di audire i due Comitati promotori che rappresentano la voce di tanti cittadini che chiedono a questa Giunta di cambiare rotta”.
Rossi quindi conclude: “Eravamo in tanti di fronte a Palazzo Lascaris a chiedere un passo indietro, tornando a mettere al centro la salute dei cittadini e non gli interessi economici. Durante la prima capigruppo utile il Pd ribadirà la richiesta di inserire la Pdl nell’ordine del giorno dei lavori già accaduto la scorsa settimana. Non lasceremo nulla di intentato per salvaguardare la salute dei piemontesi: c’è tutto il tempo per approvare la legge già in questa legislatura”.
Dal Movimento cinque stelle si levano le voci di Sarah Disabato, Sean Sacco e Ivano Martinetti. “Siamo al fianco delle tante associazioni piemontesi che chiedono alla Giunta Cirio di calendarizzare in consiglio regionale la discussione sulle proposte di legge per la doppia preferenza di genere e per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Il Centrodestra deve ascoltare la voce dei cittadini che su queste due tematiche si sono espresse molto chiaramente. A sostegno della Pdl contro il gioco d’azzardo patologico sono state raccolte oltre 13mila firme da Libera e altre 40 associazioni, mentre sono più di 8mila le firme a favore della doppia preferenza di genere.
La proposta di legge di contrasto alla ludopatia mira ad arginare gli effetti devastanti della legge voluta dal centrodestra, una norma che ha smantellato la precedente normativa del 2016 (approvata con importanti proposte del Movimento 5 Stelle), aprendo nuovamente al far west delle slot machine, con gravi ricadute sociali ed economiche sui cittadini più fragili. Come gruppo M5S ci siamo impegnati in prima persona a sostegno della Pdl, autenticando le firme.
La seconda questione riguarda l’inserimento nella legge elettorale della doppia preferenza di genere, che darebbe la possibilità ai cittadini di esprimere due preferenze di voto, una per i candidati di sesso maschile ed una per le candidate di sesso femminile. Una conquista di civiltà fondamentale per garantire pari condizioni di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive regionali ma che per il Centrodestra passa in secondo piano rispetto all’aumento delle poltrone e dei costi della politica.
Il tempo è scaduto e la discussione non va più rimandata. La Giunta Cirio smetta di fare orecchie da mercante e porti in Consiglio regionale le due proposte di legge. Noi siamo pronti a votarle”.
Non lesina critiche anche il consigliere regionale Giorgio Bertola (Gruppo Misto – Europa verde): “Ho chiesto di audire i manifestanti che hanno fatto capolino di fronte al consiglio regionale, referenti di ben quaranta realtà sociali, istituzionali e associative che lo scorso autunno hanno depositato la proposta di legge di iniziativa popolare contro il gioco d’azzardo patologico, forti di ben 12mila firme. Una legge che dovrebbe essere messa subito in calendario e discussa! L’obiettivo della loro proposta è modificare la nuova legge con cui il centrodestra ha di fatto eliminato la vecchia e virtuosa normativa del 2016 che limitava slot e macchinette di fronte ai luoghi sensibili. Oggi, grazie a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, i dati sono di nuovo in peggioramento: secondo i nuovi dati gli apparecchi da gioco in Piemonte sono aumentati del 10 percento in soli due anni!”.