Riordino gioco fisico, ecco le proposte delle Regioni su distanze e limiti orari
Il Gruppo tecnico delle regioni e delle province autonome sub area dipendenze presenta al ministero dell'Economia e delle finanze una serie di proposte in tema di distanze e limiti orari per le attività di gioco.
Trapela qualche dettaglio sulle osservazioni presentate dalle Regioni al ministero dell'Economia e delle finanze nel corso dell'ultimo incontro del tavolo tecnico sul riordino del gioco fisico, tenutosi il 18 marzo.
In vista del prossimo, in programma il 2 aprile, il “Gruppo tecnico delle regioni e delle province autonome sub area dipendenze” ha depositato una serie di proposte specifiche in tema di distanze e limiti orari per le attività di gioco. Ma anche per la qualificazione dell'offerta e sulle strategie di contrasto al gioco patologico.
Cominciamo dal distanziometro nazionale, che secondo le Regioni dovrebbe basarsi su “una distanza media tra quelle indicate nelle norme regionali”, vale a dire a circa 200-250 metri dai “luoghi sensibili”, fra i quali si annoverano servizi per la prima infanzia, istituti scolastici di ogni ordine e grado, università, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture ambulatoriali, residenziali o semi-residenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, residenze per anziani, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione socio-culturale, oratori e circoli da gioco per adulti, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi e di oro usati, stazioni ferroviarie e di autocorriere, uffici postali.
Quanto ai limiti orari, l'ipotesi messa sul tavolo dai tecnici delle Regioni contempla come fasce in cui vietare il gioco quelle dalle 7 alle 9 (fascia che espone maggiormente al rischio i minori ed i giovani, le donne, i lavoratori, le persone inoccupate), dalle 13 alle 15 (fascia che espone maggiormente al rischio le persone anziane, i lavoratori, le persone inoccupate ed i giovani) e dalle 18 alle 20 (fascia che espone a rischio tutte le fasce di popolazione).
Per le Regioni "si ritiene quindi che lo schema di decreto legislativo in corso di definizione, dovrebbe contemplare la definizione dei processi di pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco e programmazione, nonché l'individuazione di standard di sostenibilità territoriale atti ad evitare situazioni di disequilibrio locale. Al proposito la pianificazione della dislocazione territoriale dei luoghi fisici di offerta di gioco potrebbe fondarsi su analisi preliminari dell'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, previa consegna dei dati necessari da parte dell'Agenzia dogane e monopoli".
Centrale, poi, è la diminuzione dei fattori che aumentano il rischio additivo delle diverse tipologie di azzardo, intervenendo su accessibilità e diffusione dell'offerta sul territorio, velocità di gioco, immersività dell’esperienza di gioco e continuità nel tempo, pubblicità, caratteristiche specifiche del tipo di gioco, gamificazione del gioco d’azzardo.
Secondo il Gruppo interregionale sub area dipendenze nel riordino dovrebbe trovare posto l'innalzamento della qualità dei punti gioco, anche tramite la formazione continua dei gestori e degli esercenti.
I tecnici delle Regioni quindi si dicono favorevoli al mantenimento del divieto di pubblicità del gioco, e, anzi, a un suo rafforzamento.
Nel documento si rimarca anche la necessità di aumentare vigilanza e sanzioni, di richiamare il ruolo e le competenze esclusive in materia di salute dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, costituito presso il ministero della Salute, di considerare l'inopportunità di utilizzo di termini ed espressioni quali "ludopatia", "gioco responsabile" e "gioco sicuro", e di garantire che l’offerta di gioco e le relative modalità di svolgimento siano supportate da idonei strumenti di tecnologia avanzata, ovvero dalla "migliore tecnologia disponibile".
Ora starà al Mef replicare presentando la propria proposta nell'incontro del 2 aprile.
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