Riordino gioco fisico, il Mef: 'Distanziometro di 250 metri e apparecchi spenti a entrata/uscita da scuola'
Il ministero dell'Economia e delle finanze presenta la sua proposta di riordino del gioco fisico al tavolo di discussione con le Regioni.
La distanza tra le posizioni pare ampia e questo fa pensare che i tempi e i margini di trattativa saranno necessariamente altrettanto ampi.
Aprile si apre, dopo le festività pasquali, con un nuovo incontro tra Regioni e ministero dell'Economia e delle finanze, propedeutico a trovare una “base” comune che funga da brogliaccio per la redazione del decreto legislativo che darà attuazione alla legge Delega, nella parte relativa al riordino del gioco fisico, ora che è stata chiusa la partita di quello online.
Mentre gli operatori sono preoccupati delle proposte delle Regioni, e in particolare del secondo contributo (con il quale si chiede un distanziometro di 500 metri) che è stato presentato per iscritto in vista della riunione di oggi 2 aprile, anche il Mef ha redatto una proposta scritta al tavolo tecnico dei giochi pubblici.
IL DISTANZIOMETRO - In essa, si propone una distanza, uniforme per tutto il territorio nazionale, pari a 250 metri dal luogo sensibile, misurato come distanza pedonale, secondo le regole del codice della strada, abbinato ad un altro parametro cd. “di densità” che eviti la presenza di troppi punti di gioco nella stessa zona, di 200 metri fra un punto di gioco ed un altro (come avviene attualmente per la distanza fra rivendite di tabacchi). Tale secondo parametro sarebbe applicabile in caso di apertura di nuovo punto gioco, non potendosi applicare a punti di gioco già operanti.
I tecnici del Mef, a tale proposito, ritengono “ingiustificato” l’allargamento senza reali motivazioni delle tipologie di luoghi sensibili, tanto da inglobare anche luoghi come, ad esempio, le fermate dell’autobus, i compro oro, i cimiteri, i bancomat. A loro dire, queste scelte “hanno creato l’effetto di indebolire la ratio del divieto” in quanto non rinvenibile alcun denominatore comune fra i diversi luoghi scelti come sensibili.
I LUOGHI SENSIBILI - Quindi, ritengono indispensabile ritornare alla scelta fatta con l'Intesa del 2017 e dunque legando l’individuazione della tipologia di luogo sensibile alla presenza di soggetti potenzialmente vulnerabili e a rischio non alla mera presenza di attività (a volte anche private) che possano in teoria aumentare la spesa del giocatore. Come luoghi sensibili, a detta del Mef, sono dunque da individuare le scuole secondarie inferiori e superiori (con esclusione delle scuole primarie, materne e i nidi d’infanzia, e le università) in quanto frequentate da soggetti minorenni e con una certa autonomia di azione. Invece, per i principali luoghi di culto cattolici (parrocchie) o delle religioni riconosciute non può parlarsi, a parere dell’Agenzia, salvo diverse evidenze scientifiche, di “sensibilità” per gli aspetti relativi alla salute; al massimo possono rilevarsi altre tipologie di motivazioni quali ad esempio il decoro urbano; quindi, si potrebbe ipotizzare il mantenimento delle distanze purché inferiori a quelle stabilite per le scuole.
Il Mef conferma inoltre tra i luohi sensibili le strutture sanitarie che ospitano centri di recupero per le dipendenze mentre, a suo parere, altre strutture (caserme, centri anziani, bancomat, compro oro, cimiteri, palestre e altre strutture frequentate da cittadini maggiorenni e/o strutture facilmente collocabili sul territorio) andrebbero eliminate dal novero.
GLI ORARI - Un altro punto fondamentale su cui si sofferma il Mef è è l’orario di apertura e funzionamento dei punti di gioco, anch'esso rientrante nell’Intesa del settembre 2017.
L'individuazione di un unico orario di funzionamento su tutto il territorio nazionale non solo, sottolinea il Mef, dà certezza, trasparenza e concreta possibilità di esercitare l’attività di gioco ma aumenta anche la possibilità di controllare realmente il rispetto del divieto grazie agli strumenti di monitoraggio dell’offerta da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, addirittura di gestione centralizzata dell’accensione e spegnimento degli apparecchi o di raccolta delle scommesse.
Tale fascia, seguendo la logica di evitare il rischio per i soggetti vulnerabili (minori), potrebbe comprendere le ore prossime all’entrata e uscita dalle scuole (dalle 7.30 alle 9.00 e dalle 12 alle 15).
LA CERTIFICAZIONE DEI PUNTI GIOCO – I tecnici del Mef sottopongono alla Regione anche una “facile e pronta attuazione, anche alla luce delle indicazioni contenute nella legge delega n. 111/2023”, di un altro punto dell'Intesa, prevedendo che ogni concessionario dovrà investire nella formazione del proprio personale che lavora nei punti di gioco a contatto con il pubblico. I punti gioco dovranno essere certificati secondo determinati standard tecnici, qualitativi e professionali individuati con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che garantiscano i più alti livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico e della pubblica fede dei giocatori e
per prevenire il rischio di accesso al gioco da parte dei minori di età.
Ogni locale in cui si raccoglie gioco dovrà essere facilmente individuabile dall’esterno con l’esposizione di una insegna specifica rilasciata dall’Agenzia e il collegamento con presidi di polizia o di intervento medico per i casi di necessità.
I CONTROLLI – Infine, il Mef sottolinea, in merito ai controlli, che tutti gli strumenti previsti al punto 5 dell’Intesa sono stati in parte già attuati (le nuove Awpr prevedono esclusivamente la giocata attraverso la Tessera Sanitaria e sono state mantenute le caratteristiche attuali di bassa giocata e bassa vincita escludendo, pertanto, la possibilità di utilizzare banconote o qualsiasi altra forma di moneta elettronica).
Le altre misure sono state richiamate nella legge delega e troveranno pronta attuazione nel disegno di decreto delegato.
LA RIDUZIONE DEI PUNTI GIOCO - Un ultimo passaggio, non marginale, sull'ulteriore riduzione, ancora possibile a detta del Mef, dell'offerta di gioco. Questa, scrivono i tecnici, riguarda i cosiddetti corner, ovvero punti di raccolta scommesse in cui tale attività non costituisce attività prevalente. Il Mef ritiene che il numero totale dei corner ben potrebbe essere ulteriormente ridotto prevedendo la limitazione della tipologia degli esercizi commerciali, dotati di spazi appositi, in cui sarà possibile l’ubicazione degli stessi.
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