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Riordino gioco, Cardia (Acadi): 'Bando a 7 milioni penalizza piccole e medie imprese'

07 febbraio 2024 - 10:46

Intervenuto in audizione presso la commissione Finanze e Tesoro del Senato il presidente di Acadi sottolinea anche l'urgenza di intervenire sul riordino del gioco terrestre.

Scritto da Dd
Nella foto: l'audizione di Cardia alla commissione Finanze del Senato

Nella foto: l'audizione di Cardia alla commissione Finanze del Senato

“Sul tema del decreto di riordino dell’on-line abbiamo evidenziato che i parametri di ingaggio sono molto alti e rischiano di penalizzare le piccole medie imprese italiane. Inoltre occorre che i divieti di pagamento all’estero siano resi operativi senza indugio per contrastare il fenomeno di sversamento della domanda di gioco su circuiti illegali”. E’ quanto dichiara Geronimo Cardia, presidente di Acadi (Associazione dei Concessionari di Giochi Pubblici) al termine del suo intervento alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato sull’attuazione dell’art.15 della Delega Fiscale durante il quale è stato presentato il documento comune firmato da Acadi-Confcommercio, Astro–Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Egp–Fipe e Sapar. 

“I dati del Bilancio di Sostenibilità di Comparto presentati al Forum Acadi 2023 confermano l’importanza della rete generalista degli apparecchi, ed in particolare dei bar, nel perseguimento degli interessi pubblici che sono alla base dell’esistenza dell’intero comparto.  Occorre fare subito il riordino del territorio - prosegue Cardia - perché diversamente la questione territoriale, che pende dal 2011, continuerebbe ad operare con i suoi divieti sostanzialmente assoluti provocando l’espulsione della rete generalista dai territori, con perdita di gettito erariale, di presidio di legalità, di occupazione e di tutela effettiva dell’utente”.

“Il rischio di perdere il gettito erariale  - puntualizza Cardia - sussiste a causa dei riversamenti della domanda di gioco non solo sui circuiti illegali ma anche su tipi di gioco regolamentato a più bassa fiscalità, non colpiti dai distanziometri e dalle limitazioni di orario. A parità di spesa dei giocatori, in caso di spostamento della domanda, a tendere non è quindi assicurata la necessaria invarianza di gettito.“

“Allo stesso tempo sotto il profilo sanitario - si aggiunge durante l’intervento -  sussiste il rischio di fenomeni di riversamento della compulsività (problematica o patologica) a discapito degli utenti. Per questo in Conferenza Unificata occorre che tutte le verticali distributive, previste dal sistema concessorio che atterrano sui territori (on-line compreso), siano valutate congiuntamente per una strategia di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo che sia complessiva, coordinata e, in quanto tale, realmente efficace”.  

“Oggi, ad esempio, per le norme dei territori regionali e comunali, mentre è obbligatorio spegnere gli apparecchi nei bar, per i divieti di orari nelle zone marginali non toccate dai distanziometri espulsivi, contemporaneamente possono essere venduti agli utenti altri prodotti sull’intero territorio anche all’interno di luoghi sensibili”. 

“Infine - conclude Cardia - nell’immediato occorre che il percorso giudiziale delle contestazioni dei distanziometri e degli orari espulsivi non sia lasciato ai soli operatori, perché gli interessi lesi sono principalmente di natura pubblicistica: dalla perdita di gettito alla necessità di tutela effettiva dell’utente e dei presidi della legalità”.

 

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