Con 100 voti favorevoli, 71 contrari e 1 astenuto l'Assemblea del Senato nella giornata di ieri, mercoledì 4 ottobre, rinnova la fiducia al Governo approvando in via definitiva, nel testo licenziato dalla Camera, il ddl n. 897 di conversione in legge, con modificazioni, del d-l n. 105 in materia di processo penale e civile, contrasto agli incendi boschivi, recupero dalle tossicodipendenze, salute e cultura, personale della magistratura e della Pa, meglio noto come Dl Giustizia.
Nel corso della discussione il senatore Raoul Russo (FdI) sottolinea quello che ritiene essere "un altro punto qualificante del provvedimento in esame", ossia "quello recato dall'articolo 7, che disciplina la quota parte del gettito dell'8 per mille dell'Irpef di diretta gestione statale: dalle dichiarazioni del prossimo anno il settore delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche potrà contare sulla quota di 8 per mille statale direttamente assegnata dai cittadini".
Ricorda, il senatore, che "i dati ci dicono che c'è un'emergenza droga in Italia, che sembra essere stata catapultata nuovamente in una situazione simile a quella degli anni Novanta, con l'eroina che mieteva decine di migliaia di vittime, a cui si aggiungono l'uso sempre più diffuso di cocaina e droghe sintetiche (penso all'emergenza crack in molte delle nostre città) e le nuove dipendenze (tecnologiche, il gioco d'azzardo, eccetera)".
Prima del voto finale sono stati presentati anche mozioni e emendamenti. In merito a questi ultimi sono due quelli presentati da alcuni senatori del M5S, sono stati preclusi alla votazione.
Si tratta del 7.10, presentato da Orfeo Mazzella, Ada Lopreiato, Alessandra Maiorino, Roberto Cataldi, Anna Bilotti, Elena Sironi, Barbara Guidolin e Elisa Pirro, che proponeva "dopo il comma 2" dell'articolo 7, di "aggiungere, in fine, il seguente: '2-bis. Nell’ambito degli interventi di cui al comma 1 hanno carattere di priorità i seguenti obiettivi: a) monitorare la diffusione delle Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), implementando una piattaforma informatica per l’elaborazione dei dati che faciliti la loro identificazione, tenendo conto dell’ampia diffusione online e della mutevolezza dello scenario rappresentato da queste sostanze; b) nell’ottica di garantire interventi mirati e più efficaci, delineare profili di intervento che tengano conto delle peculiarità di genere sia all’interno della popolazione giovanile, sia della fascia adulta, sia della popolazione straniera presente in Italia; c) nell’ottica di facilitare l’intercettazione precoce e l’accesso al trattamento, realizzare in tutto il territorio nazionale servizi dedicati ai giovanissimi che si caratterizzino per l’utilizzo di un approccio informale, accogliente e non stigmatizzante e per una presa in carico all’interno di strutture de-istituzionalizzate e che offrano supporto per altre tipologie di comportamenti additivi e condizioni emergenti legate al mondo digitale quali, il gioco d’azzardo, l’Hikikomori, la nomofobia e il vamping; d) in riferimento alla popolazione carceraria ai quali sia stata diagnosticato un disturbo da uso di sostanza, concedere, ove possibile e consentito e in alternativa alla reclusione, adeguati percorsi terapeutici e riabilitativi presso strutture residenziali, contemplando anche il trasferimento di risorse dall’amministrazione della giustizia alla gestione sociosanitaria; e) intervenire in maniera mirata sul fenomeno tipicamente giovanile del “binge drinking” che negli ultimi anni caratterizza una delle abitudini più comuni nei fine settimana, anche attivando una collaborazione con la Federazione Italiana Pubblici esercizi (Fipe), con un adeguato intervento di sensibilizzazione che escluda qualsiasi messaggio sul “bere responsabilmente” che è assolutamente inefficace o addirittura dannoso se rivolto a soggetti la cui capacità critica e la maturità evolutiva è per ovvi motivi ridotta'.
E del numero 7.12, presentato dagli stessi Orfeo Mazzella, Ada Lopreiato, Alessandra Maiorino, Roberto Cataldi, Anna Bilotti, Elena Sironi, Barbara Guidolin e Elisa Pirro, che "dopo il comma 2", proponeva di "aggiungere, in fine, il seguente: '2-bis. Nell’ambito degli interventi di cui al comma 1 hanno carattere di priorità i seguenti obiettivi: a) adottare misure tecniche finalizzate a garantire una piena tutela della salute, a prevenire i disturbi da gioco d’azzardo (D. G. A.) ed il gioco d’azzardo minorile; b) rendere effettivi l’inaccessibilità del gioco ai minori e il divieto di pubblicità, rimuovendo qualsiasi elusione ai predetti divieti, intervenendo sull’accertamento della reale identità del giocatore e della tracciabilità dei flussi di denaro e vietando qualsiasi possibilità di incentivo; c) intervenire sul piano culturale, nelle scuole e verso i giovani, rimuovendo qualsiasi ambiguità sul gioco d’azzardo e chiarendo quali siano i rischi connessi all’uso di videogiochi, al gaming e al gambling; d) salvaguardare ed anzi rafforzare la libera circolazione dei dati relativi all’azzardo, incluse le informazioni comunali relative ai dispositivi Amusement with Prizes (AWP) e Videolottery (VLT), nonché i dati sociosanitari relativi al gioco d’azzardo patologico; e) varare un piano per la riduzione ulteriore e progressiva della raccolta di azzardo, fissando dei limiti di tempo oltre che di spesa ad iniziare dalle forme di azzardo più aggressive che offrono la possibilità di puntate in sequenze ravvicinate, riducendo i punti della rete di offerta, oggi troppo capillare e difficile da controllare e favorendo il recupero delle forme di intrattenimento senza vincita in denaro'.