In materia di gioco, nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati sono stati introdotti due principi di delega: il primo volto a prevedere l'impiego di forme di comunicazione del gioco legale coerenti con l'esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili; il secondo contenente la previsione dell'accesso, da parte dei soggetti pubblici e privati che svolgono attività di prevenzione e cura della patologia da gioco d'azzardo, ai dati concernenti la diffusione territoriale, la raccolta, la spesa e la tassazione dei giochi autorizzati di qualsiasi tipologia e classificazione.
Lo segnala il Servizio studi del Senato nel suo dossier sul disegno di legge delega al governo in materia fiscale nel quale non solo illustra le disposizioni originarie, ma spiega pure quali sono state le modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento.
Il Servizio ricorda pure le iniziative dirette alla predisposizione di una riforma fiscale nelle legislature precedenti e torna indietro nel tempo. In particolare nel corso della XVII legislatura la legge 11 marzo 2014, n. 23 ha conferito una delega al Governo per la realizzazione di un sistema
fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. Ma il 27 giugno 2015 è scaduto il termine per l’attuazione della delega. Sono dunque rimaste inattuate o parzialmente attuate, tra le altre, le norme concernenti la revisione del catasto dei fabbricati, fatta salva la riforma delle commissioni censuarie; la revisione della riscossione degli enti locali e dell’imposizione sui redditi di impresa; la razionalizzazione dell’Iva e di altre imposte indirette, la revisione della disciplina dei giochi pubblici e il rilancio del settore ippico; la revisione della fiscalità energetica e ambientale.
LA SINTESI DELL'ARTICOLO 13 - L’articolo 13, come modificato dalla Camera, conferma innanzitutto il modello organizzativo del sistema dei giochi basato sul regime concessorio e autorizzatorio (comma 1). Reca inoltre (comma 2) i princìpi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, con specifico riguardo, tra l’altro, alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili e alla prevenzione dei fenomeni di disturbi da gioco d’azzardo, alla dislocazione territoriale degli esercizi, ai requisiti soggettivi e di onorabilità dei soggetti concessionari, alla crisi del rapporto concessorio, alla riserva statale nella organizzazione ed esercizio dei giochi, al prelievo erariale, alla partecipazione degli enti locali al procedimento di autorizzazione e di pianificazione, alle regole di rilascio delle licenze, alla disciplina dei controlli e dell’accertamento dei tributi, alla qualificazione e alla responsabilità degli organismi di certificazione degli apparecchi da intrattenimento. Si rinvia inoltre a un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze la definizione di un programma di contrasto al gioco illegale e si prevede la presentazione alle Camera di una relazione annuale del Ministro dell’economia e delle finanze sul settore del gioco pubblico.
Nella sua disamina, il Servizio punta l'attenzione sull'estensione (come previsto da una modifica approvata dalla Camera dei deputati) dei requisiti previsti dalla normativa antimafia (decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159) ai partner contrattuali dei concessionari, in analogia con la disciplina del subappalto di opere e forniture alla Pubblica Amministrazione; in sede di attuazione l’estensione si dovrà applicare a tutti i soggetti d'impresa concorrenti nella cosiddetta filiera (produttori, distributori, installatori di apparecchiature e strumenti di qualsiasi natura, incaricati di manutenzione, raccolta e versamenti degli incassi, ossia il trasporto valori).
Come noto, alla Camera ci si è soffermati sugli articoli da 1 a 13 (dunque gioco compreso) e in Senato ci si soffermerà su quelli successivi. Oggi 17 luglio ci sarà un breve ciclo di audizioni e il 19 scade il termine ultimo per presentare gli emendamenti.