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Tax credit film e videogame, Piccolotti (Si): 'Urgente sbloccare situazione'

26 marzo 2025 - 09:30

Elisabetta Piccolotti, di Sinistra italiana, interroga il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, evidenziando che il tax credit attuale non riuscirà a esaudire richieste.

Scritto da Dd
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"Si teme che i fondi previsti per il tax credit non riusciranno a coprire le domande che, a detta della sottosegretaria Borgonzoni, sarebbero già 475."

A dirlo è Elisabetta Piccolotti, di Sinistra italiana, in una interrogazione rivolta al ministro della Cultura Alessandro Giuli, relativa alla distribuzione dei fondi previsti dal tax credit, il meccanismo di compensazione dei debiti fiscali e previdenziali delle imprese, calcolato automaticamente sulla base dei costi sostenuti per lo sviluppo, la produzione, la distribuzione nazionale e internazionale di film, opere tv, opere web, videogiochi e per l’apertura o ristrutturazione di sale.

La preoccupazione di Piccolotti è rivolta in particolare al mondo del cinema e dell'audiovisivo italiano, "in crisi da oltre un anno, con gravi conseguenze su occupazione e produzione", come hanno evidenziano già numerose associazioni di categoria.

L'esponente di Sinistra italiana ricorda che "l’ex Ministro Sangiuliano nell’agosto 2024 ha previsto che i film possano ottenere il credito solo certificando una distribuzione abbondante nelle sale. Nell’assegnazione del tax credit si è così finito per agevolare i prodotti ad alto budget che sono sì prodotti da società italiane, ma di proprietà straniera. I produttori indipendenti hanno presentato ricorso al Tar e il decreto del 2024 doveva essere valutato il 4 marzo scorso, ma il Ministero ha chiesto tempo e il Tar ha concesso 30 giorni per depositare il decreto corretto e avere il giudizio il 27 maggio".

Nonostante il nuovo decreto preveda un allargamento della platea, con la riduzione del numero di produzioni minime nelle sale necessarie per ottenere il contributo, il timore è "che i fondi previsti per il tax credit non riusciranno a coprire le domande che, a detta della sottosegretaria Borgonzoni, sarebbero già 475".

"È urgente sbloccare la situazione", sottolinea Piccolotti, "ma vanno fatte scelte per impedire che le moltissime piccole case di produzione escano per sempre dal mercato".

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