Estate di lavori in corso, per il settore del gioco, alle prese con il riordino dell'online, ormai in fase avanzata, e con quello del fisico, dove invece i tempi sono più lunghi e le difficoltà maggiori. Un'estate di lavoro cui non si sottrae neanche l'intergruppo parlamentare sul gioco, che anche in questa legislatura è stato ricostituito.
Come mai si è sentita questa necessità e quali sono gli obiettivi specifici che ci si pone? Lo chiediamo al deputato del Pd Stefano Vaccari, che ne è coordinatore.
“Innanzitutto mi preme chiarire, se mai ce ne fosse bisogno, che il mio impegno su questi temi, non è mai venuto meno: sono anni che, assieme ad altri politici, mi batto affinché il fenomeno del gioco, assuma la consistenza di un elemento sostenibile che fa parte degli usi e dei consumi della società. Cosa che, al momento, è ben lontano da esserlo. E la necessità di questa mutazione muove innanzitutto dal fatto che la questione è più o meno volontariamente sfuggita di mano al legislatore. La voracità degli appetiti finanziari degli esecutivi che si sono succeduti, determinati dal bisogno di gettiti nelle casse erariali, hanno spalancato le porte all’avvento di un mercato e di un’offerta eccessiva e soprattutto non controllabile da parte dello Stato: non passa purtroppo giorno in cui il rispetto delle regole (riciclaggio, accesso al gioco ai minori, pubblicità, etc) non venga violato anche da alcuni gestori del cosiddetto gioco lecito. A questo poi si legano tutta quelle serie di alterazioni, come la malattia e la dipendenza da gioco che l’azzardo produce nei confronti di una popolazione sempre più povera ed esposta ai rischi.
Il 2023 è stato un Annus horribilis per troppi individui, soprattutto per i più fragili, come hanno ben chiarito i rapporti di Caritas e del Dipartimento per le politiche antidroga e dipendenze che ci consegnano un tessuto sociale ed economico sempre più alterato per estensione. Se il lato economico certifica che ad essere indebitato è l'85 percento della popolazione (complice il caro-vita) tanto che nel 2023 il debito medio è pari a 9.949 euro a cittadino, 22.674 euro a nucleo familiare, le conseguenze del fenomeno costituiscono una vera e propria rovina in termini umani. La povertà ha purtroppo raggiunto, oggi, massimi storici ed è da intendersi come questione strutturata: i dati riferiti al 2023 non lasciano margine all’immaginazione e attestano che il 9,8 percento della cittadinanza (il 10 percento circa dell’intera popolazione italiana) vive in condizioni di povertà assoluta. Sempre più persone sono vittime di un sistema predatorio nel quale ricade anche il ricorso ai giochi e alle scommesse; il nostro purtroppo è quello ‘strano paese’ dove la politica di governo che continua a pretendere soldi dall’azzardo, non considera sostanzialmente prioritario estirpare i gravami della povertà ma che, tuttavia, consente alle società di calcio di avere un debito di 800 milioni di euro col fisco: società che, come noto, stanno facendo (talvolta riuscendo nell’impresa) di tutto per tornare ad avere le sponsorizzazioni dei giganti dei giochi. E questo non è più tollerabile. Non si tratta di vietare, bensì di mettere un freno a questa involuzione che sta mettendo a rischio la tenuta sociale di sempre più individui. Ed è dunque in questa ottica che i nostri obiettivi trovano la loro collocazione: approvare una Legge organica, della quale siamo colpevolmente orfani, che disciplini giochi e scommesse. Le pare possibile continuare a gestire un fenomeno come questo che dal 2004 al 2023 ha movimentato una raccolta di 1.617 miliardi di euro (pressoché eguale al Pil nazionale del 2021) solo a ‘colpi di manovre’ imposte da Mef e commissioni finanze? La risposta è no. Perché prima di tutto dobbiamo aver presente che coloro che cadono nella dipendenza, sono persone relegate ad abitare l’inferno.”
Mentre il riordino del gioco online è ormai stato saldamente avviato, l'iter di quello del gioco fisico è più indietro. Quali sono gli auspici dell'intergruppo e il contributo che esso potrà dare alla discussione?
“Circa il riordino dei giochi da remoto, in attesa di leggere le carte dei bandi di gara, dico che la necessità preminente risiede nella mancanza di una politica d’insieme con gli altri stati membri dell’Unione europea. Sui giochi online insistono problemi enormi come la facilità di riciclaggio di denaro che trova terreno fertile a causa di politiche di contrasto al malaffare assolutamente deprecabili in vigore in alcuni stati, quello di Malta in primis.
In merito al riordino del gioco fisico intanto, nei giorni scorsi, il confronto tra Governo e rappresentanza delle Regioni pare essersi per il momento arenato. E su questo, prima di tutto, mi preoccupano le richieste avanzate nei mesi scorsi dalle Regioni a trazione di centro destra, circa la compartecipazione del gettito derivante dagli apparecchi (slot e Vlt) del 5 percento. È irrazionale: le Regioni a cui spetta il compito di destinare risorse ed occuparsi della cura della dipendenza da gioco d’azzardo, avanzano la proposta di ricevere denari perduti nei giochi da poveri cristi. E il nostro impegno, che ci vede in questa battaglia camminare assieme agli amici della Campagna Mettiamoci in gioco e delle Fondazioni antiusura, è e sarà instancabilmente quello di rilanciare le proposte che avanziamo da tempo, compresa quella di dissuadere gli enti locali dal compartecipare agli introiti talvolta prodotti dalla disperazione.”
Nodi centrali del riordino del gioco fisico sono il distanziometro, la definizione dei luoghi sensibili e la possibile riduzione del numero degli apparecchi. Secondo lei il distanziometro si è storicamente rivelato uno strumento efficace?
“I punti in elenco sono alcuni dei nodi sul tavolo, ma non i soli e gli esempi si sprecano: riduzione dell’offerta significa di tutta l’offerta, dal numero degli apparecchi ai gratta e vinci. Dalla necessità inderogabile del tracciamento dei flussi finanziari e dunque del giocatore al fine di contrastare il gioco minorile e il riciclaggio di denaro sporco. Il distanziometro, che è uno degli strumenti, si è rivelato efficace in tante occasioni e pensare di indebolirlo non è certo un buon viatico, tutt’altro: significherebbe abbassare l’asticella della tutela dei cittadini verso un fenomeno sempre più aggressivo. Il rischio che denoto, tuttavia, è che procedendo di nuovo nel tanto evocato riordino del comparto a colpi di interventi dettati dalle necessità di gettito, risiede nel fatto che a pagarne alla fine il conto saranno sempre gli avventori e i cittadini chiamati, indirettamente, a sostenere le spese di contrasto a tutta quella serie di cortocircuiti sociali ai quali ho fatto riferimento in precedenza: un caos di norme e regole, elevato a sistema, che serve soprattutto a tenere in piedi un apparato che così è insostenibile.”
Quanto invece alla definizione dei luoghi sensibili, ritiene che in passato si sia sovrabbondato nelle location ritenute tali?
“Guardi, nel corso della mia esperienza politica, prima di approdare in Parlamento ho avuto l’onore di svolgere il ruolo di sindaco (di Nonantola in provincia di Modena Ndr) e di assessore provinciale (di Modena Ndr): questo mi consente di sostenere che i luoghi sensibili individuati dagli amministratori locali sono senza dubbio quelli da tutelare; dunque, cercare di esautorare da questo tipo di decisioni i sindaci, ai quali la nostra Costituzione attribuisce la responsabilità della salute dei cittadini, oltreché sbagliato sarebbe politicamente scorretto.”
Oltre a regolare il gioco legale, online o fisico che sia, è importante anche combattere quello illegale. Quali sono gli strumenti che devono essere utilizzati allo scopo e rendere “attraente”, o perlomeno non penalizzare, l'offerta legale, è tra questi?
“Iniziamo dal principio: per troppi anni si è creduto che, se lo Stato avesse gestito in maniera diretta il comparto dei giochi, si sarebbero debellati tutti i fenomeni di illegalità a tutto vantaggio delle casse erariali; premesso che il comparto è gestito in concessione da soggetti privati oggi, dati alla mano, dobbiamo prendere atto che il corso degli eventi ha sancito che anche il gioco legale è stato ed è penetrato da pratiche malavitose, mentre quello illegale continua a prosperare su di un binario perpendicolare.
A questo proposito ci tengo a riproporre alcuni dati ai quali il Governo e questa maggioranza, in occasione del riordino, dovrebbero porre la massima attenzione: Uif (Ufficio informazioni finanziarie di Banca d'Italia, ovvero l’unità speciale di Banca d’Italia che si occupa del riciclaggio di denari) e alla stregua certamente di numeri per difetto, ha stimato che nei soli primi 6 mesi del 2019, le consorterie malavitose attraverso l'azzardo, abbiano riciclato oltre 250 milioni di euro.
Da non trascurare c’è poi il Rapporto dell’intelligence italiana del 2021. Nel testo si legge infatti: ‘di penetrazione verso il settore dei giochi pubblici e delle scommesse, confermato da numerose evidenze investigative attestanti il coinvolgimento di esponenti mafiosi in una variegata gamma di condotte illecite che vanno dalla mera manomissione delle apparecchiature all’interno delle sale da gioco, alla raccolta illegale delle scommesse, anche mediante piattaforme informatiche dedicate, fino alla realizzazione di veicoli societari volti a schermare la riconducibilità delle attività di gioco agli interessi del crimine organizzato’.
È necessario contrastare e sconfiggere queste pratiche in ogni loro declinazione, naturalmente. Ma ritengo che si debba iniziare da ciò che di buono abbiamo fatto in questi anni dando attuazione alle misure di contrasto alle mafie approvate dal Parlamento nella XVII Legislatura che, purtroppo, sono rimaste lettera morta: i governi le hanno dimenticate nei cassetti. Ad esempio: prevedere l’attuazione di misure di tipo Daspo in tema di giochi e scommesse, stabilendo presupposti e modalità di esercizio dei poteri del questore finalizzati all’adozione di misure contingibili e urgenti di chiusura di uno o più punti di offerta di gioco o di esclusione della relativa rete di raccolta del gioco con vincita di denaro presenti in un determinato ambito territoriale, in caso di pericolo di diffusione del fenomeno del gioco minorile della dipendenza da gioco patologico e al fine di fronteggiare il rischio di infiltrazione o condizionamento della criminalità organizzata del settore del gioco pubblico; una rivisitazione del sistema sanzionatorio penale, occorre prevedere in capo ai concessionari una responsabilità di posizione legata ai concetti di ‘culpa in vigilando o in eligendo’ ben noti alla nostra tradizione civilistica, solo per citarne alcuni.
Sulla ‘attrattività’ dell’offerta, davvero siamo oltre l’assurdo: è troppo vasta, ridondante, abnorme in continua espansione, e di facile accesso a tutti, anche a coloro che non ne avrebbero diritto ovvero i minori.
Oltre 16 milioni di conti gioco aperti, 55 tipologie di lotterie istantanee a maggio 2024 (ad aprile 2023 erano 44 + n.13), 47 tipologie di “gratta e vinci” online a maggio 2024 (ad aprile 2023 erano 24 + n.23), Giochi a base ippica , possibile su Ippica nazionale mediante: 'scommessa vincente nazionale' – 'scommessa accoppiata nazionale' – 'scommessa nuova Tris nazionale' - possibile su Ippica Internazionale mediante: Scommessa 'Vincente internazionale' - Scommessa 'Accoppiata internazionale' - Scommessa 'Tris internazionale' - su Scommesse Ippiche in Agenzia - su V7,ovvero una scommessa multipla a totalizzatore su base ippica che consiste nel pronosticare i cavalli classificati al primo posto nelle sette corse oggetto del concorso, quali trotto , galoppo, ecc.
Apparecchi: 310.953 in esercizio slot + Vlt (dati dicembre 2022). Manifestazioni Scommesse a Quota Fissa autorizzate: sono ben 8036 a maggio 2024 - erano 7683 + n. 353 (ad aprile 2023) e spaziano dalla disciplina del Surf, alla Lotta Greco Romana, dal Golf al Rugby; si può scommettere sui campionati dell’atletica leggera americani, fino a giungere al Volley praticato nello Stato dello Yemen. Rappresentare come penalizzato il comparto mi pare fuorviante, insomma.”
Secondo lei è giusto coinvolgere anche gli operatori di gioco nel processo di riforma del settore e qual è il ruolo che essi possono e devono svolgere nella lotta alle patologie e all'illegalità?
“Sì, assolutamente. La stragrande maggioranza degli operatori sono specchiabili professionisti, gente che lavora sodo e merita di essere messa nelle condizioni di farlo al meglio. E anche in questo contesto così complesso, soprattutto per tutelare la loro professionalità, bisogna iniziare a rimettere ordine: essi ricoprono un ruolo di assoluta importanza poiché vendono dei prodotti per conto dello Stato. Da qui la necessità di far svolgere questo tipo di attività a coloro che ne onorano tutti i requisiti morali e materiali: chi in tutto l’ambito della filiera di consente ad esempio di far giocare i minori (come accaduto qualche giorno addietro nella Capitale, 14 minori intenti a scommettere in una Sala) va espulso dall’esercizio di tali funzioni: alcuni giorni di chiusura ed un’ammenda amministrativa non sono più sufficienti. La qualità, giustamente evocata dagli operatori e che personalmente condivido, passa necessariamente attraverso questo tipo di scelte, unitamente a una costante formazione del personale addetto alla vendita di giochi e scommesse circa i rischi che questi possono indurre nei confronti dei giocatori.”