Il comparto dei videogame si conferma il campione assoluto della filiera culturale e creativa italiana. È quanto emerge dal rapporto "Io Sono Cultura 2024. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi", presentato ieri, 25 marzo, a Bologna, dalla fondazione Symbola
Secondo il rapporto, che Symbola ha realizzato in collaborazione con Unioncamere, il Centro Studi Tagliacarne e Deloitte, il comparto dei software e dei videogiochi è quello che contribuisce maggiormente alla ricchezza dell’intera filiera culturale, con 16,7 miliardi di euro di valore aggiunto. Un dato che rappresenta il 16 percento dell’intera filiera culturale, in crescita del +10,5 percento rispetto al 2022.
Anche l’occupazione nel settore videoludico fa segnare un incremento significativo: oltre 16 mila nuovi posti di lavoro, pari al 13,1 percento degli occupati nella filiera culturale e creativa (+8,7 percento).
Un risultato che conferma l’industria del gaming come traino economico e simbolo dell’innovazione creativa italiana, capace di coniugare tecnologia, narrazione e design in prodotti che parlano a una generazione globale, giovane e connessa.
Tra i relatori della giornata anche Thalita Malagò, direttore generale e consigliere delegato di Iidea, l'Italian interactive digital entertainment association, che ha sempre sottolineato l'importanza del settore e il fatto che l’Italia stia finalmente riconoscendo il valore culturale oltre che economico del videogioco, non più considerato solo intrattenimento, ma linguaggio espressivo capace di generare esperienze, emozioni e innovazione.
Il report evidenzia anche come il settore dei videogame sia tra quelli che più rapidamente hanno integrato tecnologie di intelligenza artificiale. Dall’automazione dei compiti ripetitivi nello sviluppo alla generazione dinamica di ambienti e comportamenti di gioco, l’AI sta rivoluzionando l’esperienza ludica, migliorandone il realismo e aprendo nuove frontiere narrative e interattive.
Mentre altri comparti culturali muovono i primi passi nell’adozione dell’intelligenza artificiale, i videogame mostrano una maturità tecnologica e una propensione al cambiamento che fanno scuola: un esempio emblematico di come la cultura possa evolversi in chiave digitale senza perdere identità, anzi, rafforzandola.
La scelta di presentare il report a Bologna non è casuale. La città e l’intera regione Emilia-Romagna si confermano hub culturale e creativo d’eccellenza. Bologna figura tra le prime dieci province italiane per incidenza della cultura sul valore aggiunto e sull’occupazione. Il sistema produttivo culturale e creativo regionale ha generato nel 2023 ben 8,2 miliardi di euro, con 125 mila addetti, a conferma della vivacità di un ecosistema dove anche il gaming trova terreno fertile.
A livello generale la cultura per l’Italia è anche un formidabile attivatore di economia. Una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2023, cresce sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5 percento rispetto all’anno precedente e del +12,7 percento rispetto al 2019) che da quello dell’occupazione (1.550.068 lavoratori con una variazione del +3,2 percento rispetto al 2022, a fronte di un +1,8 percento registrato a livello nazionale).
Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 284 mila imprese (in crescita del +3,1 percento rispetto al 2022) e più di 33 mila organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 9,3 percento del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 22 mila e settecento tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,4 percento del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).
Ma il “peso” della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro.
Il rapporto Io Sono Cultura, spiegano da fondazione Symbola, non fotografa solo lo stato dell’arte, ma traccia anche la direzione del cambiamento. In un’Italia dove cultura e tecnologia si intrecciano sempre di più, i videogiochi rappresentano una delle frontiere più avanzate di questa evoluzione. Un settore capace non solo di produrre valore, ma anche di parlare ai giovani, di innovare linguaggi, di contaminare altri ambiti creativi e di rappresentare – al pari di moda, cinema e design – l’identità del nuovo Made in Italy.