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Medio Oriente, un mistero la pubblicità della guerra nei videogame

31 ottobre 2023 - 12:02

Un messaggio del ministero degli esteri israeliano è comparso nella pubblicità in-game di alcuni giochi mobile, ma nessuno sa spiegare perché.

Scritto da Dd

Foto di Shai Pal (Unsplash)

"Ci assicureremo che coloro che ci fanno un danno paghino un prezzo alto". Questo il messaggio, emanato dal ministero degli Affari esteri israeliano, comparso in un puzzle game ("Alice’s Mergeland", sviluppato da LazyDog Game) sul suo telefono Android di un bambino di 6 anni.

La notizia è stata riportata dalla Reuters, che raccoglie la testimonianza di Assis, una barista brasiliana di 28 anni che racconta di come suo figlio sia rimasto scioccato dopo aver visto il video, che mostrava militanti di Hamas, famiglie israeliane terrorizzate e filmati sfocati, accompagnato dal messaggio israeliano scritto su sfondo nero.

"Cosa ci fa questa dannata pubblicità nel mio gioco?", ha chiesto il bambino alla mamma, anche se le successive verifiche dell'agenzia Reuters non sono riuscite a stabilire come sia arrivata la pubblicità al videogioco del bimbo. Pare tuttavia che la famiglia di Assis non sia la sola ad aver ricevuto questi messaggi: l'agenzia di stampa ha documentato almeno altri cinque casi in tutta Europa (in Gran Bretagna, Francia, Austria, Germania e Olanda) in cui lo stesso video filo-israeliano è stato mostrato ai giocatori, tra cui dei bambini.

In almeno un caso gli annunci sono stati riprodotti all'interno del popolare gioco "Angry Birds" realizzato dallo sviluppatore di proprietà di Sega Rovio. Lo stesso sviluppatore conferma che "annunci con contenuti inquietanti sono arrivati per errore al nostro gioco", informando che si sta già provvedendo alla loro rimozione manuale, anche se la portavoce, Lotta Backlund, non ha fornito dettagli su quale delle dozzine di partner pubblicitari abbia fornito l'annuncio a Rovio.

Oltre al popolare Angry birds e Alice’s Mergeland il messaggio sembra sia stato visualizzato anche in giochi come “Stack”, un gioco di costruzioni digitali, e poi sul puzzle game “Balls’n Ropes”, in “Solitaire: Card Game 2023” e nel gioco di avventura “Subway Surfers”. LazyDog Game (Alice's Mergeland) non ha risposto alle richieste di commento. Anche Ketchapp, sviluppatore di proprietà Ubisoft di Stack, e NerByte, sviluppatore austriaco di Solitaire, come anche Rollic, sviluppatore turco di Balls'n Ropes e Sybo Games, sviluppatore danese di Subway Surfers, non hanno commentato la vicenda.

Il capo del settore digitale del ministero degli Affari esteri israeliano, David Saranga, dal canto suo conferma che il video è uno spot pubblicitario promosso dal governo del suo Paese, ma ammette di non avere "idea" di come questo spot possa essere finito all'interno di videogiochi. A maggior ragione per il fatto che i funzionari statali avevano dato specifice indicazioni affinché la visualizzazione del video venisse impedita a utenti minorenni.

Il filmato fa parte di una più ampia campagna di sensibilizzazione promossa dal ministero degli Esteri israeliano, che ha speso 1,5 milioni di dollari in pubblicità su Internet da quando l’attacco di Hamas del 7 ottobre contro i civili nel sud di Israele ha scatenato la guerra a Gaza. “Vogliamo che il mondo capisca quello che è successo qui in Israele”, spiega Saranga, “perché è stato un massacro”. Il portavoce israeliano afferma che il ministero ha pagato società pubblicitarie tra cui Taboola, Outbrain, Google di Alphabet e X (Twitter), ma di queste Taboola e Outbrain hanno già confermato di non avere nulla a che fare con gli annunci di giochi.

Reuters ha quindi contattato ben 43 società pubblicitarie partner di Rovio, ma solo in 12 hanno risposto, tra cui Amazon, Index Exchange e Pinterest, affermando di non essere responsabili della pubblicazione dell'annuncio su Angry Birds.

Google ha pubblicato più di 90 annunci per il Ministero degli Esteri, ma ha rifiutato di commentare dove li ha visualizzati, mentre X non ha risposto.

Un'azione analoga, secondo Reuters, sarebbe stata messa in campo anche dal ministero degli Esteri dell'autorità palestinese, anche se con un impegno economico molto meno rilevante, e limitato ad alcuni video in lingua araba promossi da Palestine TV con sede in Cisgiordania, un’agenzia di stampa affiliata all’Autorità Palestinese. Nessuna risposta, invece, dai rappresentanti di Hamas.

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