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Sul 'TikTok' cinese spopola uno shopping che sembra gambling

15 novembre 2024 - 11:06

Il New York Times solleva il caso delle tele-vendite in livestream su Douyin, il fratello cinese di TikTok, così simili alle loot box dei videogame.

Scritto da Dd
Foto di Chuttersnap (Unsplash)

Foto di Chuttersnap (Unsplash)

Si chiamano "blind box", sono contenitori virtuali dal contenuto sconosciuto acquistabili nel corso di live streaming. 

Proprio sulle blind box focalizza l'attenzione un articolo del New York Times, affermando che in Cina il fenomeno sta assumento dimensioni davvero notevoli, nonostante la stretta somiglianza con le loot box dei videogame, e molti richiami alla fortuna, e dunque al gambling.

Questi contenitori virtuali, infatti sono sempre più spesso proposti da trasmissioni in diretta su Douyin, il "fratello" cinese di Tik Tok, e offrono premi casuali che spaziano da gadget tecnologici a buoni sconto, fino a oggetti di lusso. Gli spettatori, attratti dalla possibilità di ottenere oggetti di valore a un prezzo spesso inferiore al mercato, partecipano entusiasti, alimentando un mercato che sta conoscendo una crescita vertiginosa.

Le blind box si basano su un principio semplice ma efficace: sfruttare la curiosità e il desiderio di ottenere un "affare". Durante una diretta streaming, gli spettatori possono acquistare una scatola virtuale senza sapere in anticipo cosa contenga. L’apertura della blind box avviene spesso in tempo reale, generando un’esperienza condivisa che combina intrattenimento, suspense e speranza. Tuttavia, dietro questo divertimento apparente si cela una dinamica che molti esperti paragonano al gioco d’azzardo.

Il legame con le loot box nei videogiochi. Il meccanismo delle blind box ricorda molto quello delle "loot box", ampiamente diffuse nei videogiochi. Anche le loot box, infatti, con una modalità simiile offrono ai giocatori oggetti virtuali casuali, come armi, costumi o miglioramenti, che possono influenzare l’esperienza di gioco. E proprio come per le blind box i giocatori non conoscono il contenuto delle loot box fino a quando non le acquistano e le "aprono".

Un'incertezza che ha portato molti a considerare le loot box una forma di gioco d'azzardo, soprattutto perché spingono i giocatori, spesso giovani, a spendere ripetutamente nella speranza di ottenere un oggetto raro o particolarmente ambito. Studi hanno dimostrato che il modello delle loot box può creare dipendenza, sfruttando meccanismi psicologici simili a quelli delle slot machine.

Così, in diversi paesi, le loot box sono finite sotto il mirino delle autorità. Belgio e Paesi Bassi, ad esempio, le hanno vietate, considerandole equiparabili al gioco d'azzardo, mentre altri paesi, come il Regno Unito, stanno valutando leggi più severe per regolamentarle. Negli Stati Uniti e in Giappone, il dibattito è acceso, ma manca ancora una normativa chiara che protegga i consumatori.

Anche in Cina, dove le loot box nei videogiochi sono già regolamentate con obblighi di trasparenza sulle probabilità di ottenere determinati oggetti, le blind box dei live streaming hanno attirato l’attenzione delle autorità. Con la loro crescita esplosiva, queste ultime stanno sollevando interrogativi sulla necessità di normative simili per proteggere i consumatori, soprattutto i giovani, più vulnerabili alle dinamiche psicologiche di questo tipo di consumo.

Il successo delle blind box, così come quello delle loot box, riflette una tendenza globale verso modelli di consumo che fanno leva sull’incertezza e sull’emozione della scoperta. Questo approccio, sebbene redditizio per le aziende, solleva questioni etiche e legali. I critici sottolineano come tali modelli possano spingere le persone a spendere più di quanto intendano, alimentando comportamenti compulsivi.

Allo stesso tempo, le blind box offrono un’esperienza che molti trovano divertente e coinvolgente, creando un senso di comunità tra gli utenti. I live streamer, infatti, non si limitano a vendere i prodotti, ma intrattengono il pubblico, trasformando ogni apertura di una blind box in un evento che alimenta ulteriormente la partecipazione.

La somiglianza tra le blind box cinesi e le loot box dei videogiochi, peraltro, mette in evidenza una tendenza crescente verso un consumo sempre più ludicizzato, in cui il confine tra intrattenimento e gioco d’azzardo diventa sfumato. Un'evoluzione che pone, quantomeno, nuove sfide in termini di trasparenza e tutela dei consumatori.

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