I poker player chiedono il licenziamento da PokerStars di Sam Grafton: perché è sempre preferibile non commentare a caso
Il pro inglese ambassador di PokerStars ha commentato (e continua a farlo) l'attacco di Hamas a Tel Aviv lasciando intendere un appoggio al terrorismo e non solo alla Palestina.
Lungi da noi parlare su queste pagine di un tema decisamente più grande di un fold o di una 3bet nel Texas Hold’em ma quello che si è scatenato contro Sam Grafton, ambassador di PokerStars, dopo l’attacco terroristico di Hamas, è impossibile da ignorare.
Il professionista di poker inglese sponsorizzato dalla room di proprietà di Flutter Plc ha pubblicato una serie di articoli, statistiche e post su X solo in sostegno della Palestina contro Israele. Ma tutto è partito dalla condivisione della bandiera palestinese da parte di Grafton con 90 like riscossi e oltre 100 commenti con la maggioranza che chiede alla room dalla “picca rossa” di cacciare Grafton dal suo team.
In queste ore abbiamo già sentito di tutto e di più e anche chi ha detto correttamente che, un conto è sostenere i palestinesi, un conto i terroristi che hanno ucciso decine di ragazze al rave party vicino alla striscia di Gaza o hanno ucciso centinaia di civili nello stato democratico di Israele.🇵🇸
— Sam Grafton (@SquidPoker) October 7, 2023
Secondo alcuni Grafton sostiene anche gli attacchi. Ciò non si deduce dalla bandiera palestinese postata singolarmente proprio dopo l’attacco ma per alcuni post o articoli specifici. Su tutti uno che fa il bilancio di morti tra Israele e Palestina negli ultimi 15 anni. Come per dire: era giusto attaccare Tel Aviv quasi come per compensare quel saldo a sfavore dello stato palestinese.
Una logica assai bizzarra con il principio base che dovrebbe essere sempre contrario a qualsiasi forma di violenza.
La questione è davvero intricata e di una complessità assoluta per di più stratificata negli anni, nei secoli, ma esaltare attacchi di questo tipo è davvero e sempre vile.
La percezione di coloro che hanno commentato i post è che il signor Grafton si stia divertendo con queste atrocità. Altri chiedono che i poker pro e i player di qualsiasi altro gioco, o sport del resto, dovrebbero esimersi dal sostenere queste cose.
Finora non abbiamo riscontrato altri esempi e, intanto, vari utenti hanno chiesto a PokerStars di “cessare la sponsorizzazione e il coinvolgimento con Sam Grafton in quanto è sgradevole, fuori luogo e poco professionale.”
Ovviamente il sostegno puro è ai civili e anche ad alcuni colleghi israeliani con cui abbiamo collaborato in questi anni visto che Israele è un hub importante da anni per il gioco online. Per quanta stima proviamo per i poker pro il nostro consiglio è di pensare più alla Gto o al bluff catching che alle “interessantissime” opinioni che avranno della guerra in Medio Oriente.
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