Poker live, altro che rimbalzo post Covid, ecco i segnali di rilancio e crescita
Il poker live non è morto, lo dicono tutti ma ora parlaremmo di rilancio altro che resilienza: dalle Wsop ad altri segnali il mercato c'è.
Molti amici e lettori mi hanno scritto in questi giorni: ma il poker live non era morto? Il commento era da riferire principalmente ai grandi numeri delle World Series of poker ma sono tantissimi i segnali che sembrano confermare una rinascita netta del settore che va ben oltre il rimbalzo del lungo stop delle attività nei 18 mesi che, giorno più giorno meno, il Covid-19 ha letteralmente azzerato il gioco dal vivo.
Non c’è che dire, le Wsop faranno un bilancio super positivo. E lo vedremo insieme sulle nostre pagine quando i dati saranno resi noti e li analizzeremo. Il fatto di aver sfiorato il record del 2012 ha qualcosa dell’incredibile. Un segnale di stabilità per l’industria del poker in generale che era un po’ nell’aria ma che, viste le solite perturbazioni che il mercato del gioco ha a livello mondiale, era preferibile verificare e toccare con mano. A 10 anni dal record di Jamie Gold il grafico del poker sorride. Un segnale di longevità e, anzi, di grande rilancio per un prodotto che va ben oltre i libri di economia. Un settore che non sembra conoscere maturità e che continua a darsi spinte e innovazioni nonostante rimanga praticamente solo quello. Ferme, in effetti, tutte le sperimentazioni su nuovi giochi a parte alcuni format lanciati da GGPoker in ambiente dot com e nelle giurisdizioni in cui opera con licenza statale.
Lo ripetiamo da tempo: il poker è l’orbita con 2-3-6-8-9 handed ma quello è e non si scappa. Qualche innovazione fa sicuramente bene al gioco ma i prodotti da rilanciare ci sono e sono le varianti.
I numeri delle World Series, in questo senso fanno davvero bene al mercato. Nel piccolo, rispetto ai campionati del mondo ovvio, noi di Gioconewspoker.it a Tallin abbiamo visto come il coraggio degli organizzatori del The Festival sia stato premiato con decine di giocatori che si sono dilettati e divertiti con buy in medi, a varianti come lo Sviten (il famoso Drawomaha di cui ci raccontò Pescatori dalla sua nascita al Bellagio), all’H.O.R.S.E. fino all’Open Face Chinese Poker che sembrava dover esplodere in Italia ma che è rimasto relegato a pochi appassionati. Il Covid-19 ha creato impaccio negli schedule dei tornei coi garantiti importanti ma la formula del The Festival lancia un messaggio: è possibile anche giocare senza garantiti e l’ansia del raggiungimento degli stessi e anche lanciare le varianti a partire da quella più conosciuta come il Pot Limit Omaha.