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Wsop 2024, Dario Sammartino a Gioconews.it: ‘Il braccialetto non mi rende più forte ma lo volevo, ora c’è il Main’

28 giugno 2024 - 13:39

Il neo campione del mondo Dario Sammartino racconta il successo, i suoi sogni e i suoi obiettivi a 24 ore dalla conquista del primo Wsop bracelet: ma il partenopeo non si ferma qui e dedica la vittoria a Roberta e Noah.

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“Ho visto l’intervista che facemmo nel 2018, significativa e veritiera. Il braccialetto, un successo, lo cercavo da tanto tempo, lo sanno tutti nel mondo del poker e anche chi mi conosce anche in altri ambiti. Ora sì, mi sento più leggero, mi mancava solo la zampata finale nei tornei importanti. Mi sono tolto un dente cariato e ora punto tutto al Main Event Wsop perché quel secondo posto non lo dimentico mica!” 
Dario Sammartino, da Las Vegas, ha commentato così a Gioconews.it il suo successo ad appena 24 ore dalla vittoria che lo consacra definitivamente come miglior giocatore azzurro di sempre inconfutabilmente e di livello mondiale. Anche se non c’era così tanto bisogno il trionfo nell’Event #61 $2,500 Mixed Omaha Hi-Lo 8 / Seven Card Stud Hi-Lo 8 per una prima moneta da 222.703 dollari cancella quella patina da milionario che non era in grado di vincere. Stima infinita ma quel titolo mancava. Il “bomber” dei “bomber” che ha segnato tanti gol, dove le reti stanno metaforicamente ai tanti premi prestigiosi vinti, adesso ha anche il trofeo che inaugura la sua bacheca. Il migliore in assoluto da anni ormai per il field italiano in grado di essere continuo e di giocare con frequenza ai livelli più importanti, ora ha sfatato anche quella maledizione che, come dice lui stesso, lo bloccava nelle ultime fasi dei late stage. C’è di mezzo anche la run, sia chiaro. Hossein Ensan, ad esempio, era imbattibile in quell’heads up bellissimo e drammatico in cui Dario lottò come un leone. Come sempre del resto. 

Un successo che, non a caso, non lo rende più consapevole: “Gioco a poker da 20 anni e non avevo certo bisogno di un braccialetto per capire quanto valgo e dove posso spingermi. Ho distrutto praticamente tutti i livelli e non era necessario un risultato del genere per avere la consapevolezza che ho acquisito ormai al tavolo. Ma, ripeto, un primo posto così prestigioso mi serviva ed è arrivato. Non cambia molto per me ma adesso mi sento decisamente meglio!” E chissà ora dove può arrivare con la mente ancora più sgombra. 

Lo intervistiamo mentre Paolo Boi sta festeggiando il secondo braccialetto azzurro alle Wsop in meno di 24 ore, un risultato mai raggiunto dai nostri player che certificano quanto sia cresciuto il livello generale del nostro gioco: “Non penso sia un caso il successo di Paolo Boi e spero magari di aver dato il ‘La’ e di aver ispirato questa ulteriore vittoria - spiega Sammartino - quando vedi che quando arrivi lì in fondo, nelle prime posizioni del late stage, si può fare, si può vincere, alla fine il sogno si realizza. Se il field italiano è cresciuto? Non lo frequento perché non gioco live italiani e non gioco i tornei ‘punto it’ quindi non posso averne cognizione precisa. Tuttavia credo che il livello dei migliori azzurri sia aumentato, è molto più alto rispetto a qualche anno fa. Conosco comunque tanti player connazionali che giocano No Limit Hold’em e che possono raggiungere risultati molto importanti.”

Il braccialetto arriva in un mixed game. Il lavoro sulle varianti parte da lontano. Come va il tuo viaggio in questi giochi? “Le varianti le ho giocate sempre senza preparazione di nessun tipo - rivela Super Dario - il primo No Limit 2-7 in cui feci terzo me lo insegnò Dario Alioto il giorno prima. La parte bella del gioco per me è proprio comprenderne i meccanismi, impararli e risolverli tramite l’esperienza. È stato sempre questo il mio approccio con questi giochi. Ovviamente mi aiuta molto il confronto con amici e campioni. È fondamentale e i player che ascolto di più sono Dario Alioto che gioca con me in queste Wsop ma mi piace confrontarmi anche con gli stranieri molto forti: Jason Mercier, Paul Volpe, Bryn Kenney e altri. È un valore enorme poter chiedere pareri su strategie e soluzioni a questi campioni.”

Quando parli ci sembri proprio Mercier che intervistammo lungo i corridoi del Rio Casino tanti anni fa e ci disse proprio di essere molto bravo a capire i giochi e a diventare il più forte in poco tempo: “Non c’è dubbio, siamo simili su questo ed è senz’altro il più forte ma dopo di me”, ride ma lo dice con assoluta convinzione Dario. E ha ragione! Non ce ne voglia il caro Jason, un altro fenomeno. 

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Ti abbiamo visto sereno al tavolo e con un bel gruppo intorno. Le immagini con il bicchiere di vino e la tua rilassatezza c’hanno trasmesso una solidità del mindset clamorosa: “Sì abbiamo un gruppo compatto, c’è la mia famiglia, i miei amici e siamo insieme in una bella casa. Quando stai due mesi fuori e giochi tante ore lontano da casa è fondamentale stare bene ed essere circondati da chi riesce a farti stare meglio. E anche al tavolo è fondamentale essere a proprio agio e ieri notte lo ero proprio grazie a tutti questi fattori.”

La dedica sembra scontata soprattutto perché la nuova vita di Dario sembra aver influito sul suo poker: “Sì il successo serviva a me ma il pensiero è subito andato alla mia dolce metà Roberta e a mio figlio Noah, da quando è nato sono cambiate tutte le mie scale di valori. Cose che prima reputavo importanti sono passate in secondo piano e oltre. Anche il poker viene molto ma molto dopo la mia priorità che è la mia famiglia e la sua serenità.”

Hai dichiarato di voler puntare il 10k 2-7 No-Limit Championship, poi, altri tornei in base alle deep run e il Main Event? “Sì, esatto, dipenderà da come andrò avanti nei tornei e non ho programmi, decido day by day. Sicuramente il No Limit 2-7 è uno dei giochi che preferisco e i tornei con il braccialetto in palio che gioco di più. Di sicuro la sfida con me stesso che è ancora aperta è quella del Main Event. Ci sono andato vicino più volte e posso ancora crederci. Voglio migliorare quel secondo posto che mi è rimasto qui. Non posso sapere come andrà e non prometto nulla ma ce la metterò tutta per provare a vincere!”

Il 50K Poker Players Championship l’ha vinto Daniel Negreanu e l’hai giocato. È un altro grande obiettivo per te? “Sono sincero con te, puntavo forte sul Ppc quest’anno e ci sono rimasto malissimo quando sono stato eliminato - ci rivela Sammartino - tuttavia ci riproverò nei prossimi anni perché è davvero un torneo pazzesco. Sono contento per la vittoria di Daniel perché credo sia stato il giocatore che ha dato di più al mondo del poker, non c’è nessun altro che ha contribuito alla crescita del nostro settore e l’ha meritato al 100%! Complimenti!”

Si parla molto di solver e nel weekend ci sarà il Tda Summit, qual è la tua opinione in merito in relazione al poker live? “È una logica che non mi è mai appartenuta. La magia e la bellezza del gioco è quella di arrivare da soli alla soluzione. Usare i solver è come giocare ad un videogame e finirlo grazie a soluzioni trovate sulle guide o sul web. Ho amato e continuo ad emozionarmi mentre gioco a poker proprio perché è una sfida con se stessi. Continuerò a giocare e commettere errori ed è questo che voglio continuare a fare. Ciò non toglie che i solver sono importanti per chi si approccia adesso al professionismo e non ci trovo nulla di sbagliato.”

Proviamo a strappare qualche particolare visto che non eravamo a Vegas, nostro malgrado: come hai festeggiato? “No, niente di che. Ve l’ho detto sono cambiato e ho festeggiato semplicemente senza fare chissà cosa.” Un Dario 2.0, un “new Sammartino” ma sempre più forte e il volto migliore che possiamo esprimere nel mondo nel settore del poker. Grazie!

  

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