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Gioco responsabile nei casinò, come intervenire

22 marzo 2025 - 10:07

I casinò hanno ben precise procedure in materia di gioco responsabile. Le racconta l'esperto Marco Fiore.

Scritto da Marco Fiore
Foto di Lucas Santos su Unsplash

Foto di Lucas Santos su Unsplash

Proseguo con una seconda puntata dedicata a quello che viene definito come “gioco responsabile” che può essere associato ad altre definizioni quali “bevi responsabilmente” oppure “il fumo uccide”: le dipendenze più comuni di cui l’essere umano è vittima. 
Una veloce scorribanda sulla homepage dei siti Internet delle case da gioco italiane non evidenzia particolari attenzioni alla specifica tematica, ciò ovviamente non significa che nella gestione delle rispettive attività i casinò non ripongano la dovuta attenzione nei confronti di comportamenti eventualmente a rischio posti in essere dai propri clienti.

Quando ho iniziato la mia esperienza lavorativa al Casino de la Vallée di Saint-Vincent, nel lontano 1981, vigeva una prassi secondo la quale a fronte di una comunicazione scritta inviata da parte di un congiunto, padre, madre, figli, moglie o marito, che segnalava situazioni di difficoltà conseguenti all’attività di gioco del proprio parente, veniva emesso dalla direzione un immediato provvedimento di inibizione, quindi un divieto di accesso alle sale da gioco, nei confronti dell’interessato, con massima riservatezza su chi ne aveva chiesto l’emissione.

Ogni mese, l’elenco delle persone oggetto di tale provvedimento, oltre che di coloro che avevano posto in essere comportamenti scorretti al gioco, veniva condiviso dai quattro casinò italiani.
Solo a fronte di un successivo scritto inoltrato da chi aveva chiesto il provvedimento di inibizione, trascorso un minimo lasso di tempo, il giocatore poteva essere riabilitato, di norma con limitazioni di accesso alle sale da gioco, ad esempio una o due volte alla settimana, anche per uno o due anni.

Una prassi, questa, che funzionava in modo egregio e che era comunque affiancata da una continua attività di monitoraggio dei comportamenti di gioco dei clienti all’interno delle sale del casinò da parte della direzione al fine di individuare eventuali situazioni di difficoltà.
È opportuno precisare che l’identificazione del cliente all’ingresso del casinò, successivamente con l’aggiunta di immagine fotografica, è stata da sempre di grande aiuto per ottimizzare l’attività di monitoraggio sopracitata e non solo. 

Il quadro normativo specifico, in particolare per quanto attiene alla gestione dei dati digitali e alla privacy, si è decisamente evoluto generando di fatto l’impossibilità di procrastinare le soluzioni del passato, anche se permane la facoltà della direzione del casinò di allontanare o regolamentare l’accesso alle sale da gioco ai propri clienti in qualsiasi momento e senza addurre alcuna giustificazione.

Il problema della dipendenza, come ho già scritto, esiste sicuramente, seppure per un numero percentualmente molto limitato rispetto alla totalità dei frequentatori dei casinò, e non è comunque facile individuarlo e tantomeno gestirlo. Ci troviamo infatti nell’ambito della sfera personale dell’individuo e in presenza di situazioni di grave disagio anche dal punto di vista psicologico.
Credo che per gli operatori del settore, a fronte dell’atipicità dell’attività che gestiscono,  fornire un concreto e valido supporto a chi si trova in difficoltà, nella massima riservatezza, sia un approccio più che doveroso che mi sento di consigliare caldamente, dandone anche la massima visibilità alla clientela su tutti i supporti di comunicazione aziendale.

Una scelta che non penalizzerà minimamente il business, anzi ne restituirà un’immagine nobilitata da attenzioni che troppo spesso si sottovalutano e si disconoscono.   

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