Tra Unione europea e Regno Unito "296 delle principali 442 squadre hanno almeno un partner per le scommesse in questa stagione".
È quello che emerge da un'indagine svolta dal collettivo di giornalisti transfrontalieri Investigate Europe, condivisa con il Guardian.
"Mentre la Premier League fa il conto alla rovescia per l'applicazione del divieto di sponsorizzazioni legate a società di gioco sulla parte anteriore della maglia, che entrerà in vigore il prossimo anno, i dati mostrano anche che i principali club dei paesi europei hanno trovato il modo di aggirare tali restrizioni."
In un articolo non certo scevro da preconcetti, The Guardian illustra come "l'ubiquità della pubblicità del gioco d'azzardo in Premier League" sia "ben documentata". Riporta infatti che "undici squadre hanno un logo di gioco d'azzardo sulla parte anteriore delle loro maglie nella stagione 2024-25, la percentuale più alta tra i primi cinque campionati europei, mentre ogni squadra ha un partner per le scommesse".
Stando al quotidiano britannico "i marchi di scommesse hanno speso circa 104 milioni di sterline (circa 124 milioni di euro) in accordi di magliette nella massima serie inglese in questa stagione, secondo una ricerca di Global Data, citata da Investigate Europe."
L'articolo illustra come comunque le altre leghe continentali stiano colmando il divario con la Premier. "Ogni squadra dell'Eredivisie olandese ha un partner o uno sponsor per le scommesse. Anche il Portogallo, la Grecia e la Germania sono mercati importanti e redditizi, secondo la ricerca. Ma anche nei mercati più piccoli c'è una pubblicità diffusa, con la maggior parte delle squadre della massima serie in Ungheria, Romania e Bulgaria che indossano loghi di scommesse sulle loro magliette".
Anche nei paesi dove già sono in vigore divieti di sponsorizzazioni legate al gioco ci sono squadre che "apparentemente sfruttavano le scappatoie", spiega The Guardian. "In Belgio, ad esempio, a gennaio è entrata in vigore una legge che limita le sponsorizzazioni alle maniche e al retro delle maglie. Eppure diversi club della Pro League espongono le insegne delle scommesse sulla parte anteriore delle magliette, utilizzando sottomarchi che incorporano solo una parte del nome dell'azienda".
Viene citata anche l'italia dove nonostante il decreto Dignità sia stato messo in atto nel 2018, "tre squadre di Serie A hanno sponsor di maglia vicini alle scommesse nel 2024-25: Inter, Parma e Lecce", mentre "il Milan promuoveva un marchio di scommesse che non aveva una licenza per operare in Italia".
The Guardian conta ventisette squadre dei primi cinque campionati che "sono state identificate come partner di 22 marchi rivolti all'Asia. In Italia, otto squadre hanno offerte visibili solo quando accedono ai siti web dei club dall'Asia o tramite una Vpn con sede in Asia."
Spiega l'articolo britannico che "l'importanza della sponsorizzazione sulla parte anteriore della maglia è di per sé un punto controverso: secondo una ricerca condotta da accademici dell'Università di Bristol, nel weekend di apertura della Premier League quasi 30.000 pubblicità di gioco d'azzardo sono state trasmesse al pubblico negli stadi e su TV, radio e social media, il 165 percento in più rispetto all'anno precedente. Gli sponsor di maglia hanno rappresentato meno del 10 percento di quel totale".