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Controlli casinò, un'operazione in più tempi

24 giugno 2024 - 11:01

I controlli nei casinò sono fondamentali e vanno condotti in diverse riprese.

Scritto da Mauro Natta

Foto di Jess Bailey su Unsplash

Telecamere sì o telecamere no, orari e altro. Non mi pare un tema interessante al di fuori del loro utilizzo se limitato al controllo delle operazioni che potrebbero comportare un errore, a volte da correggere anche il giorno dopo.
Tanto per fare un esempio reale a Malta le integrazioni si facevano il giorno dopo prima dell’apertura ma alla chiusura venivano contati i gettoni della rimanenza finale. Se c’era, come c’è stato, un errore alla chiusura veniva automaticamente riscontrato al momento dell’integrazione della dotazione iniziale; altra utilità, in caso di contestazione tra due clienti pretendenti della sola puntata per dirimere brillantemente la questione.

Non desidero assolutamente imbarcarmi in una discussione inerente la Legge 300, lungi da me l’idea. Piuttosto il controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi si dovrebbe o potrebbe sviluppare in due tempi: uno concomitante e l’altro susseguente. Sono perfettamente convinto che il controllore del concedente potrebbe riservarsi pochi incarichi se il controllo con le telecamere fosse universale, ma i costi? Limitatamente al compito correlato oserei dire potrebbe essere limitato al fatto che nessun tavolo può essere aperto o chiuso se non alla presenza di un controllore del comune o della regione.

Omettendo la burocrazia collegata alle operazioni di cui sopra trovo che si renda indispensabile, mi pare, il caso di dedicarmi al controllo susseguente in quanto è il più rilevante perché consente di evidenziare le situazioni non ortodosse che devono essere immediatamente verificate. Non è detto che le anomalie riscontrate non possano avere giustificazioni ma devono, immancabilmente, essere ampiamente dimostrate.
Come ho scritto tante volte, forse troppe, non mi è facile comprendere come la metodologia di controllo che raccomando per i risultati che ha portato e che si fonda sulla correlazione tra proventi aleatori (mance) e proventi del tavolo, la qual cosa ogni amministratore di casa da gioco conosce perfettamente, non sia molto accettata e/o condivisa.
A quanto mi risulta, nel 2001 era in uso al casinò di Venezia, posso pensare che a Sanremo seguano lo stesso metodo anche se, in tutta onestà, non conosco se si tratti della stessa procedura relativamente al conteggio mance.

Debbo anche ammettere che non sono al corrente se le mance sono conteggiate tavolo per tavolo che è una procedura essenziale e non modificabile a mio modo di vedere; nel lavoro dei controllori di Sanremo le mance sono esposte per i totali annuali unitamente ad altri dati.
A Saint Vincent, presa visione delle norme contenute nel disciplinare che ritengo in vigore, credo che il controllo avvenga tramite delle telecamere a dalla presenza dei controllori regionali.
Non vorrei esulare dal discorso principale parlando di chiusure dei tavoli e relative modalità ma aggiungo che la sola impellenza è la garanzia che le qualità e quantità della rimanenza finale siano regolarmente certificate. Questo, almeno per il mio modo di considerare l’obbligo per cui nessun tavolo può essere aperto o chiuso, è il caso in oggetto. Ciò a mio personale avviso e non pretendo sia l’unico possibile; certamente è l’unico che conosco per esperienza e che continuerò a consigliare.

Il lavoro prodotto in internet da un controllore comunale al Casinò di Sanremo oltre all’importo annuale delle mance gioco per gioco, lascia trovare  le ore tavolo e l’incidenza di ciascun gioco sul totale degli introiti.
Molto probabilmente i dati che ho citato non sono ancora sufficienti per una gestione oculata, attenta al ritorno degli investimenti ed orientata a monitorare gli apporti passivi al conto economico, però non possiamo nasconderci che formano una solita base sulla quale impostare, tra l’altro, la politica produttiva. E non si può negare che è la problematica maggiormente rilevante nella gestione di una casa da gioco.
Onestamente non posso negare di aver notato, in chi segue la procedura illustrata, un impegno ragguardevole nella ricerca della convenienza derivante dal posizionamento,  dall’accostamento dei tavoli e dalla “resa” oraria di un gioco da tavolo. 

Ma, a prescindere da ogni altra considerazione possibile e/o probabile, penso si debba ammettere che da parte del concedente sarebbe non solo possibile ma ammissibile procedere al controllo per disporre di qualche dato in più, innegabilmente sempre utile!

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