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Camera, interrogazione Nm sulla situazione del mercato scommesse ippiche

22 febbraio 2025 - 09:31

Romano (Nm) chiede a Giorgetti (MEf) come intenda risolvere la querelle tra concessionari, soggetti creditori e Adm anche alla luce del riordino del settore dei giochi.

Scritto da Dd
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"I concessionari hanno più volte proposto di sottoscrivere una transazione con i soggetti creditori, proponendo la rinuncia alla parte del credito derivante da interessi e rivalutazione ottenendo anche numerosi pareri positivi da parte dell’Avvocatura di Stato".

A scriverlo è il deputato Francesco Saverio Romano (Noi Moderati) in una interrogazione (3-01756) rivolta al ministro Giancarlo Giorgetti, titolare del ministero dell'Economia e delle Finanze, in merito alla situazione del mercato delle scommesse ippiche italiano.

Romano ricorda che la riforma delle scommesse ippiche risale al 1998, quando il decreto del presidente della Repubblica n. 69 ne ha trasferito le competenze della gestione economica dall’Unione nazionale incremento razze equine al ministero dell’Economia ed al ministero dell’Agricoltura, "imponendo alle agenzie ippiche preesistenti il versamento del 'Minimo Garantito', un importo annuale non più legato alla raccolta effettiva, ma parametrato alle scommesse raccolte nell’anno precedente alla riforma o, per le nuove concessioni messe a gara nell’anno 2000, l’importo offerto in sede di gara".

Riporta dunque ancora il deputato di Noi Moderati che "sin dal 2001, le centinaia di imprese operanti su concessione dello Stato nella raccolta delle scommesse ippiche hanno denunciato alterate condizioni del mercato e ritardi da parte delle amministrazioni concedenti e ad attuare gli obblighi previsti nelle convenzioni di esecuzione delle concessioni, promuovendo dei giudizi arbitrali, come previsto nelle convenzioni stipulate".

In tutto cio viene ricordato anche il fenomeno dilagante delle scommesse illegali, spesso online, stimato in circa 18,5 miliardi l’anno.

"La vicenda", continua il deputato interrogante, "ha avuto una prima conclusione, nel 2003, con la pronuncia del cosiddetto 'lodo Di Maio' al quale si sono susseguiti decine di altri lodi che hanno accolto le ragioni dei concessionari riconoscendo l’incidenza dei riferiti fenomeni sul rapporto concessorio stabilendo di integrare il corrispettivo a favore del concessionario di una entità variabile tra il 12 percento e il 18 percento del corrispettivo stesso per la raccolta delle scommesse ippiche dal 2000 alla data di cessazione della concessione; l’Agenzia per le dogane e i monopoli ha impugnato i giudizi arbitrali alimentando un contenzioso che negli anni è passato avanti dal tar Lazio, e finanche alla Corte Costituzionale, costringendo gli operatori a dover presentare esposti e diffide, per evidenziare come il mancato rispetto dei giudizi arbitrali abbia raddoppiato l’onere per lo Stato derivante da oltre 20 anni di interessi e di rivalutazione economica".

E aggiunge ancora che "l’Agenzia per le dogane e i monopoli dal 2022 ha avviato una massiva azione di recupero delle somme compensate compreso l’invio di cartelle esattoriali da centinaia di migliaia di euro ad operatore", mentre "i concessionari hanno più volte proposto di sottoscrivere una transazione con i soggetti creditori, proponendo la rinuncia alla parte del credito derivante da interessi e rivalutazione ottenendo anche numerosi pareri positivi da parte dell’Avvocatura di Stato".

Chiede dunque Romano "se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per risolvere la questione in premessa anche alla luce del riordino del settore dei giochi disciplinato dalla delega fiscale."

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