La proposta di legge n. 329 - Disciplina dell’ippicoltura vede passare anche febbraio e viene ora inserita nel programma dei lavori dell'Assemblea della Camera del mese di maggio 2025.
Lo conferma l'ultimo aggiornamento del Programma dei lavori dell'Assemblea della Camera per il periodo marzo - maggio 2025, il numero 9, così come concordato nel corso dell'ultima conferenza dei presidenti di gruppo, il 26 febbraio.
Come già ricordato in passato la proposta di legge, arrivata quasi alla soglia dell'approvazione nella legislatura precedente, è stata ripresentata da Maria Chiara Gadda, vicepresidente della commissione Agricoltura, il 13 ottobre 2022. Nel 2024 il suo iter sembrava essere alle battute finali, vista la calendarizzazione della “Discussione sulle linee generali” della proposta nei lavori dell'aula della Camera tra 27 e 28 maggio, subendo poi successivi rinvii, prima a luglio, poi a settembre e infine al febbraio di quest'anno, salvo poi veder passare il mese senza alcuna trattazione.
Ora l'inserimento nel programma dei lavori della Camera di maggio 2025.
A portare agli slittamenti che si sono susseguiti nei mesi scorsi è stato il parere espresso dalla commissione Finanze della Camera, che, seppur “favorevole” alla Pdl, ha ritenuto di escludere dal novero delle attività di ippicoltura cui si applicano le agevolazioni fiscali per l'agricoltura l'allevamento svolto in forma imprenditoriale, punto essenziale della proposta di legge, come ribadito dalla stessa Gadda.
La proposta di Gadda riconosce la filiera del cavallo come eccellenza del made in Italy, portando maggiore chiarezza e trasparenza nel comparto sul fronte della fiscalità, della disciplina previdenziale, urbanistica e ambientale. In estrema sintesi il testo definisce in modo univoco le attività di ippicoltura da considerarsi come agricole ai sensi dell’articolo 2135 del Codice civile, e alle quali si applicano le disposizioni fiscali e previdenziali vigenti previste per il settore agricolo. Con il decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, si era già ampliato il concetto di allevamento di animali, con riferimento al ciclo biologico o ad una sua parte e senza la necessità di utilizzo del fondo agricolo, ma ancora permangono numerosi dubbi interpretativi in merito e una legislazione piuttosto frammentata.
Al suo interno c'è anche un comma legato all’Iva agevolata al 5,5 percento, per la cessione e la vendita degli equidi disciplinati dalla proposta di legge e anche di quelli impiegati nella attività sportiva professionale giunti a fine carriera, che prende le mosse da una recente direttiva dell'Unione europea non ancora recepita dall'Italia, ma dalla Francia, più volte presa a modello dagli operatori del settore.
Ricordiamo che sullo stesso tema dell'ippicoltura vi è anche un disegno di legge presentato al Senato a firma di Bartolomeo Amidei (Fratelli d'Italia).