“Vista la sua storia politica, siamo certi che anche lei sia contrario all’idea di far chiudere delle imprese che sono nate e hanno sostenuto degli investimenti confidando nella legislazione vigente e che sono munite di regolari autorizzazioni che lo Stato ha rilasciato loro per esercitare, peraltro, un’attività di sua spettanza. Occorre non dimenticare, infatti, che l’offerta di gioco legale fa capo allo Stato, il quale la esercita attraverso un sistema concessorio.”
Questo si legge nella lettera inviata dal presidente dell'associazione As.tro, Massimiliano Pucci, ad Andrea Orlando (Pd), candidato come governatore della Liguria alle elezioni in agenda il 27 e il 28 ottobre, a commento delle dichiarazioni sulla necessità di ripristinare il distanziometro previsto dalla legge regionale sul contrasto patologico del 2012, sospesa “sine die”- in attesa del riordino nazionale - dalla Giunta Toti nel 2018, per quanto concerne la sua efficacia retroattiva, mentre l’insediamento di nuove attività continua ad essere inibito entro il raggio di 300 metri dai luoghi sensibili.
As.tro segnala che “il distanziometro si è rivelato del tutto inefficace in questi dieci anni (e oltre) di sperimentazione in tutte le regioni italiane. Altrimenti non saremmo qui a confrontarci sul fatto che, nel corso di questi anni, la dipendenza da gioco d’azzardo non abbia intrapreso una curva discendente, nonostante le forti limitazioni che le Regioni e gli enti locali hanno imposto al gioco terrestre in termini di distanze dai luoghi sensibili e restrizioni orarie.
Infatti, nell’epoca del digitale e dell’intelligenza artificiale, è illusorio pensare che si possa scoraggiare il gioco compulsivo allungando di qualche centinaio di metri (o di qualche chilometro) il tragitto da percorrere per raggiungere una sala giochi o una sala scommesse o consentendo di giocare, ad esempio, dalla 10.00 alle 12.00 ma non dalle 12.00 alle 14.00.
A nostro sommesso avviso, la dipendenza da gioco d’azzardo si previene attraverso adeguate campagne educative, soluzioni tecnologiche, certificazione degli esercizi autorizzati all’offerta del gioco, formazione dei titolari e del personale impiegato nei suddetti esercizi, registri di esclusione e di auto-esclusione, creazione di tavoli permanenti che favoriscano una sinergia tra operatori del settore del gioco lecito e le strutture sanitarie preposte alla prevenzione e alla cura delle dipendenze.
Queste appaiono le uniche soluzioni praticabili in una società complessa come quella attuale, in cui, mentre si chiude per legge la saracinesca di una sala giochi autorizzata, lasciando per strada il titolare e i suoi dipendenti, gli utenti di milioni di Pc e smartphone continuano, indifferenti, a navigare nel variegato e illimitato mondo digitale.
Citando George Bernard Shaw, 'per ogni problema complesso esiste una soluzione semplice. Che in genere è quella sbagliata'. Riguardo al problema del gioco d’azzardo patologico, la soluzione semplice è rappresentata proprio dal 'distanziometro'.
Come associazione di categoria, saremmo quindi lieti di aprire un confronto trasparente e sereno per contribuire alla ricerca di soluzioni efficaci sul tema del gioco d’azzardo patologico”.