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Amato: 'Un approccio laico sul gioco, proroghe continue sono disfunzionali'

11 ottobre 2022 - 12:14

Il presidente emerito della Corte costituzionale Giuliano Amato evidenzia la necessità di un approccio laico sul gioco e chiede cambiamenti nel rapporto stato-autonomie locali e sul tema proroghe.

Scritto da Amr
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"Nel nostro Paese, forse non solo nel nostro, c'è un atteggiamento che considerando il gioco un vizio critica lo Stato che non si limita a punire o a evitare il vizio, ma che lo regolamenta, lo inquadra e se ne riserva lo svolgimentom, predisponendo inoltre sue sale perché il vizio possa essere praticato". Con queste parole il presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, ricorda, in occasione della presentazione della Relazione conclusiva dell'attività della commissione d'inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, la risposta data a un giornalista che, qualche anno fa, gli aveva chiesto se non si vergognasse di essere stato presidente del consiglio proprio quando l'allora ministro Visco aveva istituito le sale bingo.
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Da quella estemporanea intervista ho avuto modo di rendermi conto che c'è una parte del paese che vive questa vicenda in un modo che onestamente non aiuta ad affrontarla e a risolverla, perchè estirpare il vizio del gioco è operazione forse che appartiene ad altri che allo stato. Lo stato che cosa può fare? Può regolamentarlo per limitarne le conseguenze negative, applicando il principio che est modus in rebus, che vale per diverse attività comuni".
Amato ricorda anche la ratio sottesa ala creazione della sale bingo: "L'idea non era solo quella bieca che caratterizza i ministri delle Finanze, ma di creare un luogo nel quale apertamente e in modo non solitario si potesse svolgere questa attività, così che attraverso l'ambiente e la rete di rapporti che si creano si possa evitare l'eccesso. Forse è un'idea candida, ma c'era la consapevolezza del male al quale si arriva attraverso il gioco".
Il tema fondamentale è dunque il seguente: "Lo stato laicamente parte dalla constatazione che tra i compiti che può ragionevolmente esercitare non c'è quello di eliminare il gioco (poi se arrivasse una legge che lo proibisce, la Corte costituzionale avrebbe qualcosa da dire), ma di organizzare questa attività in modi trasparenti e tenendola il più lontano possibile dalla criminalità organizzata. Se dovessimo eliminare tutte le attività di cui la criminalità si avvale, resterebbe solo la criminalità organizzata!".

Il presidente emerito ricorda anche le numerose occasioni in cui la Corte costituzionale è stata chiamata a occuparsi di gioco: "Per esempio sul tema delle distanze, o anche del rapporto con le imprese. Un'impresa che organizza sala giochi è per ciò stesso un'impresa criminale? Come si fa a dire una del genere? Organizzando il gioco - scandisce Amato - si concorre a renderlo trasparente e gli si danno dei limiti, ma ho constatato come queste imprese sono viste psicologicamente a metà strada e questo non facilita la soluzione dei temi".

Ma un'altra questione affrontata dalla Corte è quella delle "successive proroghe delle concessioni e che da gratuite siano diventate onerose e poi, tra un passaggio e l'altro, sempre più onerose. Giustamente le imprese si nsono rivolte al giudice, denunciando che ciò genera incertezza sul futuro e spreme il presente. Noi abbiamo cercato l'equilibrio richiedendo un'analisi all'Ufficio parlamentare di bilancio, dalla quale emerso che l'aumento dei costi delle concessioni anche se non giustificano non impediva comunque alle imprese di operare. Abbiamo dunque ritenuto infondata la questione ma segnalando i gravi profili disfuzionali di un sistema che va avanti per proroghe senza definitve il futuro. La proroga, in questo caso, è un problema di inefficienza".

In attesa di sentire cosa in proposito dirà nella presentazione il direttore generale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Marcello Minenna, Amato punta il dito su un altro tema: "Un altro profilo su cui è importante cambiare registro riguarda il rapporto tra stato ed enti locali. Quando si tratta del bene comune, dobbiamo imporre il regionalismo cooperativo sulla base di indirizzi statali. Bosogna avvalersi in modo utile delle autonomie altrimenti suonerà la sirena del centralismo che provoca ingorghi".
Un ultimo passaggio sull'online: "Possiamo fare tutto per fare funzionare le sale gioco ma poi c'è l'online. Qui l'aiuto può venire dalla tecnologia e una chiacchierata con la privacy bisogna farla. Io sono per il rispetto dell'uso dei dati ma deve essere possibile che l'autorità pubblica acquisisca i dati per vedere se i livelli di gioco superano la sanità mentale".

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