Nel passato abbiamo spesso mitizzato l’America, anche nel poker, pensando che fossero avanti anni luce, perfetti e più bravi in tutto. Del resto, sono i “padri fondatori”, gli inventori di tanti giochi e delle varie varianti. Poi, però, siamo cresciuti e se nei primi anni qualche episodio particolare è avvenuto, dovesse succedere adesso, sarebbe uno scandalo clamoroso. Stiamo parlando di deal di massa che, anche in Europa, non si verificano più, con la tendenza ormai di ammortizzare payjump molto importanti quando le monete viaggiano tra 5 e 6 cifre e da 4-5 left.
Gli USA, in questo senso, continuano a fare “scuola”. L’ultimo caso segnalato da Pokernews è della scorsa settimana, con un torneo di poker da $300 di buy-in in Florida che si è concluso con uno dei più grandi chop deal della storia del poker.
Ci troviamo nell’evento no-limit hold'em al bestbet St. Augustine. I giocatori si sono iscritti rapidamente al torneo garantito da $30.000, che ha attirato 340 partecipanti, creando un montepremi di $83.200, quasi un triple up, insomma.
Paul Mitchell è uscito al 16° posto per $933, ponendo fine al torneo. Gli ultimi 15 giocatori hanno accettato di dividere equamente il resto del montepremi, con ogni giocatore che ha ricevuto $4.461.
Sempre per tornare agli USA che fanno scuola, non bisogna andare tanto lontani nel tempo, visto che in un Ladies Event da $600 di buy-in la scorsa estate al Wynn Las Vegas, i giocatori hanno portato a casa $4.032 a testa.
In questi casi, i giocatori sono liberi di stringere qualsiasi accordo a meno che la casa da gioco non lo vieti. Possono anche farlo a margine del torneo, col rischio che qualcuno non rispetti il deal e sfrutti la sua posizione. C’è un codice d’onore tra i player ed è rispettato dalla quasi totalità degli stessi.
Noi rifuggiamo da queste pratiche perché il trofeo va giocato, anche se comprendiamo l’abbattimento della varianza, specie in alcune maratone da migliaia di entries, ma dal final table in su. Ormai la casistica indica aggiustamenti e split dai 4-5 left in su, come dicevamo, spesso anche con tre left e in heads up.
Il ruolo del tournament director è altresì fondamentale: non si possono contrattare deal dopo più di un paio di discussioni. Spesso c’è un pubblico che segue lo streaming, e l’organizzazione ha il dovere di rispettare anche chi lavora (dealer, cronisti, floorman, personale della casa da gioco, spettatori da casa) e di imporsi magari vietando lo scempio di deal addirittura a due tavoli left. Detto questo, i soldi fanno comodo a tutti e complimenti a chi si è messo in tasca oltre 14-15 volte la posta scommessa all’inizio.